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 2017  novembre 29 Mercoledì calendario

Incognita derivati per le banche inglesi

La cautela prevale sull’ottimismo per la Banca d’Inghilterra. Tutte le grandi banche britanniche hanno superato gli stress test quest’anno, ma dovranno comunque mettere da parte almeno 6 miliardi di sterline per tutelarsi da rischi futuri e dalle incognite legate a Brexit. Una di queste incognite, secondo il Daily Telegraph, starebbe per venire meno grazie a un accordo di principio che la Ue avrebbe raggiunto con Londra sul conto da pagare, 45-55 miliardi di euro a fronte di una richiesta europea di 60. L’ammontare lordo delle passività di Londra sarebbe di 100 miliardi.
Annunciando la “promozione” delle sette grandi banche, il governatore Mark Carney ha sottolineato che dovranno continuare ad aumentare i cuscinetti di capitale anti-shock. Il capital buffer obbligatorio per le banche salirà quindi come previsto dallo 0,5% all’1% a partire dal novembre 2018 – il terzo rialzo dopo la crisi finanziaria.
Carney ha anche fatto sapere che nella prima metà dell’anno prossimo valuterà se un ulteriore rialzo del cuscinetto sia opportuno – in caso di un accumularsi di fattori negativi, come «una Brexit caotica e una grave recessione globale».
Il buono stato di salute delle banche britanniche oggi non deve far sottovalutare le sfide legate a Brexit domani, ha avvertito Carney, ribadendo l’importanza di una fase di transizione di almeno due anni dopo il marzo 2019 per evitare pericolose scosse al sistema finanziario.
La posta in gioco è altissima e sia Londra che Bruxelles devono agire in modo responsabile. I 26mila miliardi di sterline di contratti sui derivati e 60 milioni di sterline di polizze assicurative transfrontaliere, ad esempio, devono assolutamente restare validi anche dopo Brexit, ha detto il governatore, e spetta a entrambe le parti muoversi in quella direzione.
«Questo sistema è assolutamente cruciale per il finanziamento della Unione Europea ed è nell’interesse di tutti, anche della Ue, mantenere la stretta cooperazione che abbiamo adesso», ha dichiarato.
Brexit di per sé non presenta un grave rischio, secondo la BoE: l’esito positivo degli stress test annuali significa che le banche britanniche, grazie all’opera di consolidamento fatta negli ultimi anni, non avranno bisogno di essere “salvate” dal Tesoro anche nel caso l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea fosse complicata o improvvisa. «Riteniamo che il sistema bancario possa continuare a sostenere l’economia reale, anche nel caso remoto di una Brexit caotica», ha dichiarato Carney.
Per la prima volta da quando la BoE ha introdotto gli stress test nel 2014, tutte le banche britanniche hanno passato l’esame e non hanno bisogno di raccogliere capitali aggiuntivi. Delle sette grandi banche, Hsbc, Lloyds, Santander, Standard Chartered e Nationwide sono passate a gonfie vele. Barclays e Royal Bank of Scotland, che erano a rischio a inizio anno, sono riuscite a migliorare la loro posizione finanziaria nel corso del 2017 e quindi sono state promosse in extremis.
La stabilità del sistema bancario britannico sembra quindi assicurata, secondo la Banca d’Inghilterra, nonostante il calo della sterlina, le incertezze legate a Brexit e la revisione al ribasso delle stime di crescita per i prossimi quattro anni. L’indebolimento dell’economia è stato confermato ieri dalle fosche previsioni dell’Ocse, ancora più negative di quelle dell’Office for budget responsibility britannico. Lo stress test al quale sono state sottoposte le banche prevede uno scenario molto negativo: un crollo del Pil del 4,7%, un calo del 33% dei prezzi delle case, una flessione del 25% della sterlina, un aumento dei tassi d’interesse dallo 0,5% attuale al 4% nel giro di due anni, e un tasso di disoccupazione più che raddoppiato dal 4,3% di oggi al 9,5 per cento. Anche se questo scenario apocalittico – peggiore della crisi finanziaria di dieci anni fa- si materializzasse, quindi, la BoE è convinta che le banche britanniche potrebbero continuare a svolgere il loro ruolo senza troppe scosse. «L’incertezza su Brexit continua e le previsioni di crescita per la Gran Bretagna sono state riviste al ribasso, ma almeno c’è la buona notizia che il sistema bancario è abbastanza forte da sopportare anche un grave deterioramento delle condizioni economiche, – ha commentato oggi Michael Snapes, responsabile dei servizi finanziari di PricewaterhouseCoopers. – Sembra che le banche finalmente siano uscite dal tunnel post crisi finanziaria».