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 2017  novembre 28 Martedì calendario

Craig lascia James Bond e finisce nella trappola di un film tutto sbagliato

Alla domanda su perché ha fatto Kings, Daniel Craig risponde: «Mustang». Ovvero, con il titolo del film di Deniz Gamze Erguven candidato all’Oscar straniero 2015. Dopo averlo visto, Craig racconta di aver telefonato alla regista franco-turca esprimendole il desiderio di lavorare un giorno con lei. Così Erguven lo ha tosto imbarcato nel progetto di raccontare la cosiddetta «Rivolta di Los Angeles», scoppiata nel 1992 dopo la sentenza di assoluzione per i quattro poliziotti bianchi che l’anno prima avevano picchiato a sangue il tassista nero Rodney King.
Durante i mesi del processo un video del pestaggio era passato e ripassato in tv infiammando gli animi della popolazione di colore di South Central; e la sommossa si era conclusa sei giorni dopo con il tragico bilancio di 63 morti, 2380 feriti e 12 mila arresti. In Kings (nella sezione Festa mobile), tutto questo viene narrato sotto la forma di un confusionario melò, la cui protagonista Halle Berry (foto sopra) è una madre coraggio che ospita ragazzini e adolescenti in difficoltà colmandoli di cure e affetto.
Unico bianco del quartiere, Craig è un iracondo lupo solitario (forse uno scrittore) che a un certo punto diventa voglioso di aiutare la trepida vicina. Nella drammatica circostanza fra i due scatta la molla dell’attrazione (Berry fa un imbarazzante sogno erotico con lui) e almeno per loro, si annuncia un lieto fine. Duole vedere il carismatico James Bond intrappolato in un personaggio tanto mal scritto dentro un film tanto sbagliato che andrebbe mostrato nelle scuole di cinema insieme a Detroit per far meglio capire il valore della Bigelow: consoliamoci all’idea che il 9 novembre 2019 arriverà il nuovo Craig 007.