La Stampa, 28 novembre 2017
Da Agassi a Sachs giorno per giorno il futuro è sostenibile
Quindici anni sembran tanti, ma per raggiungere certi obiettivi – tipo debellare la povertà e la fame, garantire un’istruzione di qualità, un lavoro dignitoso o l’acqua pulita – sono veramente pochi. Pochi ma sufficienti, se ognuno fa la sua parte, a onorare gli impegni che si sono presi i 193 stati membri delle Nazioni Unite nel 2015. Si chiamano Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e vanno raggiunti entro il 2030, ultima data utile per trasformare il pianeta in un luogo sostenibile. Il fatto è che ognuno deve fare il suo pezzo di strada, a livello sociale – governi, aziende, scuole, comunità – e anche di singoli. Ma quanti lo sanno o se lo ricordano? Ci vorrebbe un’agenda, un calendario...
Il Calendario Lavazza 2018 (che verrà presentato domani a Milano) si è preso l’impegno di fare da sveglia e «megafono artistico» per questo appuntamento davvero globale e a cui non si può mancare. Il messaggio, forte e chiaro, è nel titolo stesso: «2030 What are You doing?». «E tu, che stai facendo?» Una vera chiamata alle armi, pacifiche, della responsabilità, realizzata dedicando ciascun mese a un Obiettivo dell’Agenda 2030 e cercando un volto che lo rappresentasse. La fotografia, come sempre, è affidata a un grande artista e quest’anno – dopo nomi che vanno da Newton a Leibovitz, LaChapelle, McCurry – tocca a Platon. Noto come «fotografo dei potenti» per aver ritratto politici imprenditori e icone dello starsystem, con questo nuovo progetto mette sotto i riflettori «un nuovo gruppo di eroi culturali, dando loro l’autorevolezza che meritano».
I testimonial
Chi sono, quindi, questi nuovi testimonial di «leadership positiva»? Alcuni sono notissimi (il tennista Agassi, l’attore Jeremy Renner), altri noti a chi si occupa di sostenibilità (l’economista Jeffrey Sachs, l’imprenditore Gunter Pauli), altri praticamente sconosciuti; in comune, però, hanno tutti un grande impegno personale alla causa che rappresentano. Primo mese, primo obiettivo: zero povertà. Il volto scelto è quello di Daphne Nederhorst, fondatrice di Sawa World, una Ong che da anni lavora per incoraggiare i ragazzi disagiati a uscire dalla povertà estrema grazie a soluzioni mirate, locali, piccole e concrete che li aiutano a provvedere da subito a se stessi e alle loro famiglie.
Secondo obiettivo: zero fame. Il testimonial è Massimo Bottura, più noto come chef stellato che come fondatore dell’organizzazione no-profit «Food for Soul» che ha già aperto tre mense comunitarie nel mondo – Milano, Rio e Londra – dove cuochi di grido recuperano le eccedenze di cibo e le cucinano per i bisognosi in spazi degni dei clienti top. Il tennista André Agassi, invece, dà volto all’obiettivo sulla «istruzione di qualità» per la sua Fondazione che negli ultimi 15 anni ha già costruito 69 scuole di prim’ordine in Usa per 35 mila studenti.
Poi c’è il confondatore della Rainforest Alliance Daniel Katz, la paladina degli oceani Alexandra Cousteau che ha raccolto il testimone da nonno Jacques, il fondatore di Slow Food Carlin Petrini e l’attore Jeremy Renner, che da anni segue in Afghanistan l’opera di sminamento condotta dalle Nazioni Unite. E ci sono, naturalmente, i volti di due grandi «teorici» della sostenibilità, dall’ideatore della «Blue Economy» Gunter Pauli all’economista Jeffrey Sachs, Special advisor del Segretario generale Onu Antonio Guterres. «I 17 Goal sono ambiziosi ma raggiungibili», dice Sachs, «la chiave è la cooperazione globale, principio che interessa tutti noi, non solo i governi ma anche gli individui, le aziende, le università, la società civile. Il calendario Lavazza celebra questo impegno globale e ricorda a tutti noi che cosa c’è in gioco».