Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  novembre 29 Mercoledì calendario

Diritto & Rovescio

Ci sono voluti cinque anni. Ma, alla fine, si è arrivati alla prima sentenza che, non essendo stata appellata, è diventata irrevocabile. I fatti sono questi: la direttrice della Fondazione Piero Manzoni, Rosalia Pasqualino di Marineo aveva accusato un collezionista delle opere di Piero Manzoni (il celebre autore delle scatole contenenti «Merda d’artista») di «ricettazione e detenzione di opere false». Il Tribunale di Milano ha invece sentenziato, come già stabilito anche dal Tribunale di Roma nel 2010, che le Fondazioni non hanno ruolo nello stabilire l’autenticità delle opere di un artista «in quanto l’autenticazione non può che provenire dall’artista stesso, perché solamente l’artista è in grado di riconoscere la propria opera con assoluta esattezza». A Piero Manzoni sarebbe bastato annusarla. L’opera d’arte, intendo.