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 2017  novembre 28 Martedì calendario

Dieselgate: In Francia Fca rischia 10 miliardi di multa

In Francia Fca rischia una maxi multa di 9,62 miliardi di euro per via del dieselgate. Lo ha rivelato il quotidiano francese Le Monde, che in settembre aveva anticipato una possibile sanzione fino a 5 miliardi di euro per il gruppo a partecipazione pubblica Psa (Peugeot, Citroen, Ds e Opel) per aver manipolato le emissioni di 1,9 milioni di veicoli. Stesso giornale che, in ottobre, aveva rivelato che il gruppo italo americano era indagato anche per intralcio alla giustizia e che ieri ha aggiunto l’entità della possibile multa. I modelli “incriminati” sono Fiat 500X e Jeep Cherokee, per i quali la Direzione generale per la concorrenza e la repressione delle frodi francese (Dgccrf) sospetta la presenza di un meccanismo che regoli il funzionamento del sistema di abbattimento dei gas di scarico in modo tale da rispettare i parametri solo in determinate fasi. Sempre stando a Le Monde, negli ultimi tre anni (2017 escluso) il volume d’affari di Fca in Francia legato a 500X ed a Cherokee, cioè le vetture su cui sarebbe stato installato il “dispositivo fraudolento”, sfiorerebbe i 152 milioni di euro.
Il quotidiano rivela che l’ammontare della maxi ammenda è contenuto in uno dei documenti dell’inchiesta della Dgccrf, ora affidata a tre giudici parigini. Per 1,9 milioni di modelli “sospetti”, Psa (il 12,7% del pacchetto azionario è in mano allo Stato francese) rischia “solo” 5 miliardi di sanzione. L’accusa nei confronti di Fca, invece, è di “truffa aggravata”, oltre che di intralcio alla giustizia. Il gruppo ripete di collaborare con le autorità e di aver fornito la documentazione richiesta.
Nell’inchiesta comparirebbero i nomi di due manager: dello stesso numero uno Sergio Marchionne e di Aldo Marangoni, direttore dell’ingegneria meccanica del gruppo. Secondo il quotidiano transalpino, l’ipotesi è che l’installazione del meccanismo possa essere stata decisa esclusivamente in Italia. Dal virgolettato degli atti dell’inchiesta si deduce che la procedura è stata realizzata “in modo volontario”, quindi secondo il giornale parigino non si tratterebbe di una svista. Come per Psa, Le Monde parla di questo sistema come parte di una “strategia d’impresa da diversi anni”.
Fiat Chrysler Automobiles, la cui quota di mercato in Francia è arrivata al 4,2% (+12% dei volumi nel 2017) è tornata a respingere ogni addebito e, soprattutto, a lamentare la diffusione di stralci dell’inchiesta non ancora visti dall’azienda. In una nota, il gruppo ha fatto sapere “che le accuse riportate dalla stampa siano prive di fondamento e deplora il fatto che informazioni legate all’indagine siano rese pubbliche anche prima che Fca abbia la possibilità di accedere al dossier”. Come in ottobre, il costruttore sostiene di “aver già fornito dimostrazione dettagliata” alle autorità transalpine, ribadendo che l’esito dei test sui quali si basa l’inchiesta è diverso da quelli interni e, soprattutto, da quelli del ministero dei Trasporti italiano che ha rilasciato l’omologazione.