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 2017  novembre 28 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IN ITALIA SEMPRE MENO FIGLIBONUS BEBEStabilizzazione del bonus bebè, ridotto però a 480 euro annui (40 euro al mese) dal 2019 almeno fino al 2020, mantenendo l’assegno a 960 euro annui per le sole mensilità del 2018

APPUNTI PER GAZZETTA - IN ITALIA SEMPRE MENO FIGLI

BONUS BEBE

Stabilizzazione del bonus bebè, ridotto però a 480 euro annui (40 euro al mese) dal 2019 almeno fino al 2020, mantenendo l’assegno a 960 euro annui per le sole mensilità del 2018. Non solo: l’agevolazione spetterà soltanto fino al compimento del primo anno di età del neonato e del bambino adottato e non più fino all’età di tre anni. È quanto prevede l’emendamento di Ap riformulato dai relatori Magda Zanoni (Pd) e Marcello Gualdani (Ap) depositato a Palazzo Madama per essere votato in giornata. I parametri Isee restano invariati.

L’Analisi Quei centomila italiani mai nati negli anni della crisi economica

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Bonus bebè stabilizzatoma dimezzato dal 2019
Dal 2019 l’assegno di 480 euro annui sarà erogato mensilmente a partire dalla data di nascita o di adozione ai genitori che presentano una condizione economica ai fini Isee non superiore a 25mila euro annui. Il bonus viene raddoppiato a chi presenta un indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 7mila euro annui. Gli stessi “paletti” valgono per il 2018 con l’assegno a 960 euro annui e limitatamente alle mensilità spettanti nel 2018. Per fare un esempio: al bambino nato o adottato a ottobre 2018 sarà riconosciuto un bonus mensile di 80 euro per 3 mesi (ottobre, novembre e dicembre) e di 40 euro mensili a partire da gennaio 2019 fino a ottobre dello stesso anno. La dote per l’agevolazione è ulteriormente ritoccata al ribasso: 165 milioni nel 2018 e 295 milioni per il 2019 che scendono a 228,5 nel 2020. A monitorare l’erogazione del bonus e le risorse necessarie rispetto alle richieste sarà l’Inps inviando relazioni puntuali al ministero del Lavoro. Con decreto del Mef gli importi e il valore dell’Isee potranno essere rivisti.



>>>ANSA/ Sempre meno figli in Italia, calo di 100mila in 8 anni
Giù fecondità anche per straniere, matrimoni in ripresa
   (ANSA) - ROMA, 28 NOV - Sempre meno nuovi nati in Italia, con
il trend che ormai riguarda anche le donne straniere che una
volta facevano da `tampone´ al fenomeno. Il rapporto Istat sulla
natalità pubblicato oggi conferma gli allarmi che si ripetono
negli ultimi anni, e non vede inversioni di tendenza negli
indicatori tranne quello sui matrimoni, che rimane l’unico con
il segno positivo.
Nel 2016 in Italia, spiega l’istituto di statistica, sono
nati 473.438 bambini, oltre 12 mila in meno rispetto al 2015.
Nell’arco di 8 anni (dal 2008 al 2016) le nascite sono diminuite
di oltre 100 mila unità. Hanno il segno meno sia i nati da
coppie con genitori italiani, circa 12mila in meno, che quelli
da coppie straniere (-3mila, e per la prima volta negli ultimi
anni sotto i 70mila), mentre sono sostanzialmente stabili quelli
da coppie miste. «Le questioni alla base del calo della
fecondità non possono certo dirsi risolte - commenta Adele
Menniti dell’Istituto di ricerche sulle popolazioni (Irpps) del
Cnr -, quindi non sorprende che il trend sia questo. L’Italia ha
un problema di conciliazione della vita lavorativa con la
genitorialita’, mancano politiche di sostegno, strutture, ma
anche  un sostegno maggiore da parte del partner e una cultura
in generale più `baby friendly´. Se si uniscono tutti questi
tasselli si spiegano le difficoltà, oltre alle politiche bisogna
sradicare una cultura, è un’impresa difficile».
Il numero medio di figli per donna scende a 1,34 (1,46 nel
2010). Le donne italiane hanno in media 1,26 figli (1,34 nel
2010), le cittadine straniere residenti 1,97 (2,43 nel 2010).
«Probabilmente c’è anche una minore volontà di fare figli -
sottolinea l’esperta -, ma se si pensa che nel nostro paese il
gap tra quelli voluti, che sono circa due, e quelli che
effettivamente si hanno è tra i più alti in Europa si capisce
che questo aspetto è marginale».
Il calo dei nati tra il 2014 e il 2016, spiega ancora il
rapporto, è legato anche alla crisi dei matrimoni che si è avuta
negli anni precedenti, che hanno visto proprio nel 2014 il punto
più basso. L’inversione di questo trend è tra le poche note
positive del rapporto: nel 2015 i matrimoni sono aumentati, e
nel 2016, grazie a 9mila in più, si è superata di nuovo la
soglia delle 200mila cerimonie. «Il legame tra nuzialita’ e
natalità è ancora molto forte nel nostro Paese - spiegano gli
esperti Istat -. Nel 2016 il 70% delle nascite avviene
all’interno del matrimonio e tra queste oltre il 50% dei
primogeniti nasce entro i tre anni dalla celebrazione delle
prime nozze. Ci si può quindi attendere nel breve periodo un
ridimensionamento del calo delle nascite dovuto al recupero dei
matrimoni. Secondo i dati provvisori riferiti al periodo
gennaio-giugno 2017, i nati sono solo 1.500 in meno rispetto
allo stesso semestre del 2016, un calo decisamente più contenuto
rispetto a quanto si è verificato nei primi sei mesi del 2016».
Piccole novità infine anche nella `classifica´ dei nomi, che
l’Istat pubblica contestualmente al rapporto. Il podio per i
bimbi vede al primo posto Francesco, al secondo Alessandro e al
terzo Leonardo, in forte ascesa, mentre per le bimbe resta lo
stesso del 2015 con Sofia, Aurora e Giulia. (ANSA).
   Y91-CAV

 

Istat, nel 2016 12mila nuovi nati in meno +RPT+ (2)
(Ripetizione con testo corretto all’11/ma riga)
   (ANSA) - ROMA, 28 NOV - Nel 2016 in Italia sono nati 473.438
bambini, oltre 12 mila in meno rispetto al 2015. Nell’arco di 8
anni (dal 2008 al 2016) le nascite sono diminuite di oltre 100
mila unità. Lo afferma l’Istat nel suo rapporto su natalità e
fecondità pubblicato oggi. (ANSA).
   Y91-NAN
28-NOV-17 10:23 NNNN

   (ANSA) - ROMA, 28 NOV - Il calo, scrive l’istituto di
statistica, è attribuibile principalmente alle nascite da coppie
di genitori entrambi italiani. «I nati da questa tipologia di
coppia scendono a 373.075 nel 2016 (oltre 107 mila in meno in
questo arco temporale) - spiegano gli esperti dell’Istat -. Ciò
avviene fondamentalmente per due fattori: le donne italiane in
età riproduttiva sono sempre meno numerose e mostrano una
propensione decrescente ad avere figli».
La fase di calo della natalità avviatasi con la crisi è
caratterizzata da una diminuzione soprattutto dei primi figli,
passati da 922 del 2008 a 227.412 del 2016 (-20% rispetto a -16%
dei figli di ordine successivo). La diminuzione delle nascite
registrata dal 2008 è da attribuire interamente al calo dei nati
all’interno del matrimonio: nel 2016 sono solo 331.681 (oltre
132 mila in meno in soli 8 anni). Questa importante diminuzione
è in parte dovuta al contemporaneo forte calo dei matrimoni, che
hanno toccato il minimo nel 2014, anno in cui sono state
celebrate appena 189.765 nozze (57 mila in meno rispetto al
2008). (ANSA).
   Y91-NAN
28-NOV-17 10:28 NNNN

   (Ripetizione con testo corretto all’11/ma riga)
(ANSA) - ROMA, 28 NOV - Il calo, scrive l’istituto di
statistica, è attribuibile principalmente alle nascite da coppie
di genitori entrambi italiani. «I nati da questa tipologia di
coppia scendono a 373.075 nel 2016 (oltre 107 mila in meno in
questo arco temporale) - spiegano gli esperti dell’Istat -. Ciò
avviene fondamentalmente per due fattori: le donne italiane in
età riproduttiva sono sempre meno numerose e mostrano una
propensione decrescente ad avere figli».
La fase di calo della natalità avviatasi con la crisi è
caratterizzata da una diminuzione soprattutto dei primi figli,
passati da 283.922 (RPT 283.922) del 2008 a 227.412 del 2016
(-20% rispetto a -16% dei figli di ordine successivo). La
diminuzione delle nascite registrata dal 2008 è da attribuire
interamente al calo dei nati all’interno del matrimonio: nel
2016 sono solo 331.681 (oltre 132 mila in meno in soli 8 anni).
Questa importante diminuzione è in parte dovuta al contemporaneo
forte calo dei matrimoni, che hanno toccato il minimo nel 2014,
anno in cui sono state celebrate appena 189.765 nozze (57 mila
in meno rispetto al 2008). (ANSA).
   Y91-NAN
28-NOV-17 15:35 NNNN

28-NOV-17 16:54 NNNN

 

Francesco nome più usato per nuovi nati, Sofia per bimbe
Istat, per maschi in ascesa Leonardo, terzo dietro a Alessandro
   (ANSA) - ROMA, 28 NOV - È Francesco il nome più usato per i
nuovi nati in Italia nel 2016, un primato che resiste nonostante
l«attaccò di Leonardo, passato dal quinto al terzo posto
subito dietro Alessandro, mentre per le bambine sul podio ci
sono Sofia, Aurora e Giulia. Lo afferma il rapporto annuale
dell’Istat. «Nonostante ci siano circa 30 mila nomi diversi per
i maschi e quasi altrettanti per le femmine - si legge nel
documento - la distribuzione del numero di bambini secondo il
nome rivela un’elevata concentrazione intorno ai primi 30 nomi
in ordine di frequenza, che complessivamente coprono il 45% di
tutti i nomi attribuiti ai bambini e quasi il 40% di quelli
delle bambine». A livello territoriale Francesco appare in
flessione rispetto al primato degli ultimi anni, ed è il primo
nome soltanto in 5 regioni italiane del Sud Italia. Alessandro è
primo a livello regionale solo in Sardegna. Leonardo raggiunge
il primato in ben 10 regioni, tutte del Centro-Nord. Il nome
Giuseppe continua a primeggiare invece in Sicilia. Per quanto
riguarda le bambine, Sofia è il nome più frequente in quasi
tutte le regioni italiane, è la prima scelta in tutte le regioni
del Centro-Nord (ad eccezione della provincia autonoma di
Bolzano in cui primeggia Emma) e in 5 regioni del Sud. Aurora
primeggia in Campania, Basilicata e Sicilia. Il nome Giulia
resta stabile al terzo posto, ma non è il preferito in alcuna
regione italiana. Anche gli stranieri, sottolinea il rapporto,
utilizzano spesso nomi italiani. «Si chiamano prevalentemente
Adam, Rayan, Youssef ma anche Matteo, Leonardo, Luca, Alessio e
Mattia i bambini stranieri nati da genitori residenti nel nostro
Paese - scrive l’Istat -. Anche per le bambine straniere nate in
Italia il nome prevalente è Sofia, come nella graduatoria dei
nomi delle bambine italiane, seguita da Sara, Aurora e Malak».
(ANSA).
   Y91-MAI
28-NOV-17 14:18 NNNN

Istat, in Italia 1,34 figli per donna in media
Cala fecondità sia per italiane che straniere
   (ANSA) - ROMA, 28 NOV - Continua a calare la fecondità delle
donne in Italia, che ora hanno 1,34 figli in media, e scende
anche quella delle straniere. Lo certificano i dati Istat appena
pubblicati.
«Nel 2016 si conferma la tendenza alla diminuzione della
fecondità in atto dal 2010. Il numero medio di figli per donna
scende a 1,34 (1,46 nel 2010) - scrive l’istituto -. Le donne
italiane hanno in media 1,26 figli (1,34 nel 2010), le cittadine
straniere residenti 1,97 (2,43 nel 2010)».
L’effetto della modificazione della struttura per età della
popolazione femminile, sottolinea il rapporto, è responsabile
per quasi i tre quarti della differenza di nascite osservata tra
il 2008 e il 2016. La restante quota dipende invece dalla
diminuzione della propensione ad avere figli. La riduzione del
numero medio di primi figli per donna tra il 2010 e il 2016 è
responsabile per il 57% del calo complessivo della fecondità
delle donne italiane e per il 70% di quello delle donne
straniere. (ANSA).
   Y91-NAN
28-NOV-17 10:41 NNNN

Istat: crescita moderata, proseguirà nei prossimi mesi (2)
(ANSA) - ROMA, 30 DIC - «Prosegue l’evoluzione moderatamente
positiva dell’economia italiana» e «nonostante la fase di
debolezza del commercio mondiale e il lieve rallentamento della
crescita occupazionale, l’indicatore anticipatore suggerisce una
prosecuzione dell’espansione dell’attività economica anche nei
prossimi mesi». Lo scrive l’Istat nella nota mensile. (ANSA).
KYI
30-DIC-15 17:07 NNNN

(ANSA) - ROMA, 30 DIC - L’istituto di statistica spiega che
«l’evoluzione congiunturale nel quarto trimestre suggerisce una
prosecuzione della dinamica moderatamente positiva dell’economia
italiana», osservando però «andamenti eterogenei tra i settori.
Da un lato giungono «segnali favorevoli dalla manifattura,
mentre le costruzioni mantengono un’intonazione negativa».
«Nonostante il rallentamento segnato a dicembre - prosegue la
nota - il clima di fiducia di imprese e famiglie permane su
livelli elevati. Sebbene la dinamica del mercato del lavoro
segnali una riduzione delle intensità positive registrate nei
mesi precedenti,l’ulteriore aumento registrato dall’indicatore
anticipatore in ottobre suggerisce il proseguimento dell’attuale
fase espansiva».