la Repubblica, 28 novembre 2017
Aiuto, il bitcoin sta per raggiungere quota 10mila dollari
ROMA I più ottimisti tra gli ottimisti fissavano il traguardo verso fine anno. E invece il bitcoin è lì con un mese di anticipo, a un passo dalla quota simbolo dei diecimila dollari. Una corsa inarrestabile quella della moneta virtuale, creata per permettere scambi di denaro online tra sconosciuti senza un’autorità centrale a fare da garante.
Anarchia finanziaria in salsa tecnologica. A inizio anno il bitcoin valeva meno di mille dollari, a settembre ha scollinato sopra i 5mila e l’ultimo balzo, da 8 mila a 9 mila, lo ha fatto nel weekend in neppure ventiquattr’ore, fermandosi poi attorno a 9.800. Spinto, o almeno così dicono gli operatori, dagli speculatori giapponesi, che ne stanno comprando a man bassa, e dall’interesse degli investitori istituzionali, i capitali della vecchia finanza, che stanno cercando di buttarsi sul carro.
Per fare cosa, in realtà, non è del tutto chiaro. Perché ora il bitcoin capitalizzerà pure 160 miliardi di dollari, cioè più di General Electric, Ibm o Boeins. Ma a differenza di turbine, personal computer e aerei intercontinentali, la sua funzione è ancora un mistero. Solo un terzo delle monete virtuali in circolazione, secondo alcune stime ottimistiche, viene usato per acquistare dei beni. Il resto è comprato solo con intenti speculativi, nell’aspettativa che il valore continui a crescere. Classica dinamica da bolla finanziaria, che tanti, a cominciare dal numero uno di JpMorsan, Jamie Dimon, non hanno mancato di denunciare. Già tre volte quest’anno il bitcoin ha perso in pochi giorni più del 20 per cento del suo valore, capitomboli che su altri mercati avrebbero segnalato una crisi. Salvo poi rimbalzare subito verso nuovi massimi. A ogni siro, la scommessa si fa più rischiosa. Il prossimo salto lo porterebbe sopra i 10 mila dollari, ma potrebbe pure essere l’ultimo.