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 2017  novembre 27 Lunedì calendario

Pensionati, ex operai. La finale per il posto da Babbo Natale

CREMONA Voleva integrare i 1.150 euro della pensione e grazie alla sua lunga barba bianca ci è riuscito. Carlo Capelli, 71 anni, di Zibello (Parma), ha vinto il concorso per fare il Babbo Natale al centro commerciale di Gadesco Pieve Delmona, alle porte di Cremona. Vestirà il costume rosso e distribuirà caramelle ai bambini percependo, per nove giorni di lavoro a metà dicembre, un compenso di 1.530 euro netti.
Alla prima fase della selezione hanno partecipato, dando la disponibilità per mail o al telefono, 500 aspiranti. Sulla base del curriculum e dell’aspetto fisico ne sono stati scremati più di 200. «Over 50, uomo, con ottime doti comunicative ed empatiche», queste le caratteristiche richieste dalla Kimbe, l’agenzia che ha organizzato la manifestazione. Al casting, ieri, sono arrivati 21 i candidati, da soli o con famiglie al seguito. Un piccolo spaccato d’Italia.
Sono saliti sul palco per presentarsi alla giuria composta da adulti, niente bambini, comunque presenti in massa tra il pubblico. La commissione è severa, fioccano le bocciature. Alla fine restano in cinque e stavolta sfilano con i panni di Santa Claus, vengono messi alla prova per dimostrare di conoscere il personaggio, cercano di dimostrare doti di fantasia rievocando quel giorno che sono rimasti incastrati nel camino o di quando le renne si sono messe in sciopero. 
Devono anche raccontare una fiaba, e qui Carlo Capelli, con la sua voce suadente, sbaraglia i quattro avversari. Lui che nella vita ha fatto prima l’impiegato e poi l’operaio. «Di recente ho avuto qualche difficoltà, questa somma mi fa comodo», racconta quando si riprende dalla commozione alla lettura del verdetto. È alla sua prima gara di questo tipo, ma sapeva di avere buone possibilità. «C’era un bambino, mi fissava. Poi ha chiesto alla mamma: perché quel signore non è vestito di rosso?». Quasi un segno del destino.
Ripassare su Internet le tradizioni natalizie è servito a Filippo Saraceno, 64 anni, nato a Palermo ma residente a Manerbio (Brescia), per entrare in finale. Ma non gli è bastato per arrivare primo. «Facevo il cuoco, ora sono disoccupato. Sto cercando inutilmente lavoro. Abito in una casa del Comune, per qualche tempo mi ha dato una mano la Caritas. Suono la chitarra, ma mi hanno detto di non portarla. Peccato, altrimenti...». Chi invece non ha problemi economici e si è messo in gioco «per semplice curiosità» è Salvatore Lo Buglio, insegnante di Storia dell’arte di Soresina (Cremona), tre figli e tre nipoti (tutti maschi), con 81 anni il più anziano dei partecipanti. «Sono sempre stato in mezzo ai ragazzi e vincere mi avrebbe permesso di continuare a farlo. Ma non importa». Un altro finalista, Ignazio Antonio Di Marzo, 61 anni, di Crema, pizzaiolo che ora aiuta il figlio al forno, è un Babbo Natale di professione. «È dal 1982 che lo faccio. Non con un costume qualsiasi, ma cucito a mano con l’uncinetto. I soldi che raccoglievo li davo ai bisognosi». La stessa cosa che, con l’abito rosso e la sua barba vera, faceva Dionisio Locatelli, 69 anni, di Annicco (Cremona), ex impiegato. «Ho cominciato andando in giro negli ospizi della provincia a portare un po’ di allegria agli anziani». Era uno dei favoriti ma dice che se la giuria avesse votato per lui avrebbe rinunciato. «Come Babbo Natale sono già troppo occupato». Tra chi è stato escluso c’è anche Antonio Micieli, arrivato da un paese della Bassa. Con i suoi 48 anni e senza la pancia d’ordinanza, sapeva di essere un Babbo Natale improbabile. Eppure ci ha provato. «Ero operaio ma nel 2014, con altri trenta colleghi, sono stato licenziato. Vado avanti con un assegno di invalidità di 300 euro al mese. Serve spiegare perché sono qui?».