Corriere della Sera, 25 novembre 2017
Da samurai, lo chignon perfetto
Decisamente cool chiamarlo man bun o top-knot. Comunque sia chignon, nel caso per uomo che sembra piacere sempre di più. Nella rete spopolano i tutorial che insegnano in – di solito quattro mosse – a realizzarlo velocemente e in modo impeccabile. Addirittura su Amazon nelle settimane scorse la vendita per quelli posticci ad hoc è andata sold out in poco tempo. «Sta diventando una sorta di irrinunciabile accessorio per un certo tipo di giovane uomo, evoluzione dell’hipster di qualche stagione fa con una connotazione decisamente molto elegante perché è quasi sempre curato», riflette Davide Diodovich, hair stylist di The DD Studio, e che è solito mettere le mani fra i capelli di Francesco Renga o Eros Ramazzotti o Cindy Crawford o modelle e modelli. «Prima c’è la barba, poi il capello che completa un look preciso. Fa parte della tendenza a conservare e ad aspettare, anche solo per il fatto che dal momento della decisione di “indossarlo” a quando un capello corto diventa lungo ci vogliono quasi due anni».
Pratico? «Elegante, piuttosto. Se curato. Idratare i capelli perché non si spezzino e poi usare elastici che non li strappino. La sera senza dubbio lucido e tirato», sono i consigli pratici di Diodovich.
A Londra, per esempio, c’è l’invasione. Compagnie di amici con il man bun, giovani uomini sempre parecchio ben vestiti, in completo o anche in pantaloni e maglione over: se lo sciolgono e poi le riprendono e ancora lo sciolgono. «Vogliamo cercarne un significato che si perda nel tempo? Il primo: “Noi abbiamo i capelli come voi donne”; e poi, al contrario, “sembriamo femminili ma ostentiamo virilità con questa chioma raccolta dietro a protuberanza quasi fallica», azzarda Giuseppe Scaraffia, scrittore fra i più preparati sul dandismo. Da Leonardo DiCaprio a Jared Leto, Brad Pitt o Colin Farrel, Bradley Cooper e Orlando Bloom, quest’ultimo modello da tempi non sospetti già dal primo Signore degli Anelli. Hollywood ha cominciato. Poi il mondo del calcio e la moda. Ora la strada.
«Penso anche a Garibaldi o Ernest Hemingway che quando lavorava si faceva crescere i capelli per raccoglierli come i suoi “amici giapponesi” dicendo che così poteva passare dalla Rive Gauche alla Rive Droite senza problemi. Uomini passionali, tutti», continua lo studioso. Il tipo «samurai» (alla DiCaprio per intenderci) è fra i più in voga, adesso. Segue quello fintamente «disordinato» ma in realtà ben strutturato con il gel e quello elegante e pettinato. Quello alto, di solito usato dai più giovani, decisamente il meno virile.