La Stampa, 27 novembre 2017
I bianconeri battono il Crotone. Nella ripresa escono i valori, ma con Napoli e Olympiacos servirà di più
Nessuna sorpresa, tutto come previsto. La Juventus batte il Crotone e resta nella scia di Napoli e Inter, staccando la Roma bloccata dal Genoa a Marassi. Il tre a zero finale riassume un match senza storia e ratifica la vocazione offensiva dei bianconeri: 40 gol in 14 giornate di campionato, a segno per 43 partite di fila (eguagliato il record che già apparteneva alla Juve di Conte). Dentro le pieghe di una vittoria facile, si annidando però indicazioni contraddittorie: specie nel primo tempo, prima di travolgere le barricate del Crotone, la squadra di Allegri appare prigioniera d’un ritmo blando e di un gioco farraginoso, di un possesso straripante ma vuoto, di un primato inutile di palloni giocati in area avversaria. Non sarà ammissibile giocare così le prossime tre partite, destinate a chiarire spessore e ambizioni: Napoli, Olympiacos e Inter nello spazio di appena otto giorni.
Costruzione prevedibile
I problemi emersi per almeno metà gara sono in parte riflesso del 3-4-2-1 coniato in Champions e confermato, annesso a un turnover massiccio che comporta molte novità in formazione: in difesa debutta Höwedes, centrale con compiti d’impostazione, Matuidi e Marchisio presidiano la mediana, Lichtsteiner e Alex Sandro oscillano modificando il modulo, immutata la trequarti con Douglas Costa e Dybala dietro Mandzukic che sostituisce Higuain. Ebbene, le assenze di Cuadrado, infortunato, e di Pjanic, dirottato in panchina, limitano la vivacità della manovra e si riflettono in una costruzione prevedibile: prova a compensare Dybala, attraversando le linee, ma né ispira né fa breccia personalmente, mentre Douglas Costa infiamma il gioco soltanto a tratti con improvvise accelerazioni.
Spazi occupati
Al Crotone di Nicola, squadra di un altro pianeta, distantissima in classifica e nel budget, bastano l’attenzione costante e l’occupazione scrupolosa degli spazi per arginare le folate avversarie, nemmeno supportate da sufficiente grinta. Complici la confusione bianconera e l’elasticità del Crotone che allunga la linea difensiva, Cordaz deve accartocciarsi giusto un paio di volte, senza difficoltà particolari, mentre trema piuttosto per due inserimenti di Matuidi, sfociati in conclusioni di pochissimo imprecise e soltanto al tramonto del primo tempo deve allungarsi su legnata di Alex Sandro. In apertura di ripresa, però, c’è la svolta, grazie a un atteggiamento diverso, a una maggiore incisività e alla nuova posizione di Douglas Costa, mezz’ala: Mandzukic, mollato da Ajeti, schioda lo zero a zero su traversone di Barzagli, subito dopo raddoppia De Sciglio, appena entrato, con un gran tiro di prima intenzione che vale il suo primo gol in carriera.
Reazione impossibile
Finisce qui, impossibile immaginare una reazione rossoblù, difatti Buffon resta tranquillo e continua a guardarsi la partita, strappato al torpore solo da un tentativo di Budimir, e la Juve, ormai in discesa, trova il tris con Benatia. Intanto entra Pjanic per Höwedes, e la squadra passa al 4-3-2-1: proprio il bosniaco offre a Benatia, come tutti i difensori liberissimo di avanzare, il pallone del 3-0. Juve di forza, aspettando un gioco migliore e la ferocia antica, perché le prossime tre partite scriveranno il destino della stagione.