26 novembre 2017
APPUNTI PER GAZZETTA - NOTA POLITICAPARLANDO alla Leopolda, Matteo Renzi si è rivolto alla sua base (più forte dei litigi interni al partito, a giudicare dalla grande affluenza e dal consenso incassato dai militanti dopo il discorso) lanciando un messaggio di cambiamento che ha voluto far partire sottolineando la sua consapevolezza di quanto profonda sia stata la sconfitta personale, e quella del Pd, sul referendum
APPUNTI PER GAZZETTA - NOTA POLITICA
PARLANDO alla Leopolda, Matteo Renzi si è rivolto alla sua base (più forte dei litigi interni al partito, a giudicare dalla grande affluenza e dal consenso incassato dai militanti dopo il discorso) lanciando un messaggio di cambiamento che ha voluto far partire sottolineando la sua consapevolezza di quanto profonda sia stata la sconfitta personale, e quella del Pd, sul referendum.
"Dobbiamo avere il coraggio di partire da ciò che ci ha bruciato, il referendum. Ma oggi siamo ancora qui, più forti di prima". Quindi, dal palco della Leopolda 8, il segretario dem anticipa quale sarà la prima proposta dopo il voto: "non un bonus, che pure difendo, ma il servizio civile per i ragazzi e le ragazze", ribadendo quanto aveva già annunciato nel discorso per i dieci anni del Pd.
"Quando vediamo la crisi dell’Europa - ha detto con sofferenza Renzi - , dove persino la Germania ha perso quell’immagine di invincibilità, soffre di problemi di potenziale instabilità, e fa i conti con la crisi della democrazia, quante volte ci è capitato di dire, ah, se avessimo vinto il referendum oggi sì che l’Italia giocherebbe un ruolo diverso".
Leopolda, dopo il discorso i militanti promuovono Renzi: "È carico e trascina tutti noi" Condividi
Quasi a rinforzare l’immagine della riscossa dopo sconfitte, fallimenti e difficoltà, non a caso alla Leopolda 8 sono andate in scena storie di vita reale di persone rinate dopo esperienze drammatiche e critiche, come il ragazzo che si è fatto amputare una gamba per vincere il tumore e ora è diventato un grande sportivo. Come il sindaco calabrese che minacciato dalla ’ndrangheta non ha mollato, ’costringendo’ i figli a vivere sotto scorta. Come la giornalista di Repubblica scortata dalle forze dell’ordine dopo le minacce subìte dai clan di Ostia dopo averli denunciati in numerose inchieste.
Cambiamento, innanzitutto, nel momento in cui Renzi annuncia di voltare la pagina del ’partito personale’ per passare a quella del ’partito-squadra’, passaggio che compie evocando padri nobili del centro sinistra e predecessori, riconoscendo dunque il valore e l’esempio di Romano Prodi, Walter Veltroni e Piero Fassino. "Basta con il congresso permanente, dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto e consapevoli che non cambiamo l’Italia se non cambiamo l’umore nel Pd, questo ci deve caratterizzare".
Leopolda, Renzi: "Grazie a Fassino, Prodi e Veltroni, ma nel Pd basta con il congresso permanente" Condividi
Quindi Renzi è entrato a gamba tesa nel dibattito sulle prossime elezioni, rompendo il meccanismo di comunicazione politica dell’ultima settimana nella quale Silvio Berlusconi ha provato a mettersi in campo proponendosi come unico argine al dilagare del populismo.
Il segretario ha rimesso palla al centro, proponendosi lui come unica alternativa a Berlusconi e al grillino Luigi Di Maio, e ponendo i due leader avversari sullo stesso piano, attaccandoli sulle false promesse (il primo) e sulle fake news (il secondo). "Ci sarà un grande testa a testa tra Di Maio e Berlusconi per chi arriverà secondo e terzo alle prossime elezioni", ha detto.
"Noi siamo diversi da M5s e dal centrodestra - ha dichiarato -. Noi abbiamo aumentato i posti di lavoro, Berlusconi lo spread e Di Maio i followers. Di Maio non è quello dei congiuntivi. I Cinquestelle, vedete Torino, tagliano sulla cultura quando governano, noi siamo diversi dai Cinquestelle e dal Centrodestra. Noi siamo garantisti, non facciamo leggi ad personam o cambiamo le regole interne del partito in base agli amici. Noi crediamo nell’Europa, la vogliamo cambiare, non siamo quelli della doppia moneta. Noi siamo per la crescita, con il centrodestra c’è stata la recessione e il M5s ha teorizzato la decrescita. C’è una differenza ontologica tra noi, M5s e centrodestra".
Sul fronte della politica europea, il segretario dem ha detto di voler puntare sul francese Emmanuel Macron che ha avuto il merito, a suo dire, di aver rotto gli schemi e di aver vinto contrapponendo la speranza di un nuovo sviluppo al rischio del post fascismo di Marine Le Pen e al declino dei socialisti. Renzi punta su Macron per collaborare con lui al cambiamento delle politiche europee, in particolare quelle economiche che in passato sono state "troppo sbilanciate sull’austerity". "Rifiuto l’idea che il futuro dell’Europa sia talmente deresponsabilizzante che le scelte si fanno con le monetine, rifiuto l’idea di una Europa che nei fatti fa crescere i populismi".
Bando a liti, risse e discussioni interne e con la sinistra, invoca dunque Renzi. La porta del Pd resta sempre aperta, aggiunge. E chi non vuole stare nel partito, precisa, "avrà il nostro rispetto non avrà il nostro rancore". Non a caso, proprio per lasciare aperte queste porte, non ha polemizzato direttamente con Pier Luigi Bersani e con Massimo D’Alema, sottolineando il ruolo importante di Piero Fassino, che sta tentando di riunire le componenti della sinistra e ricompattare le fila di uno schieramento di centro sinistra.
"Noi non abbiamo nemici - ha spiegato - non viviamo di rancori, non viviamo di odio. Se vivi di rancore, non lo cambi il tuo Paese, se accetti la sfida sul terreno del fango non costruisci. Da oggi vorrei che l’unica nostra preoccupazione fosse tornare a immaginare il futuro".
• "80 EURO A FAMIGLIE, ITALIA HA BISOGNO DI FIGLI"
"Gli 80 euro non vanno cancellati - ha ribadito Renzi - abbiamo bisogno di estenderli innanzitutto alle famiglie che hanno figli. In Italia siamo sotto il mezzo milione di nuovi nati, e quando nasce il secondo, il terzo figlio, una famiglia normale rischia di andare sotto la soglia di povertà. Se non si fanno più figli, il Paese non ha futuro".
"Se immagino il futuro dell’Italia - ha detto - non penso alla robotica o all’innovazione tecnologica. Ma chi fa politica prima di preoccuparsi della legge elettorale o dei collegi il suo grido è ’voglio più vita’. Per questo sono orgoglioso di soldi spesi in cultura o delle leggi sui diritti civili o nel sociale".
Leopolda, Renzi: "Vogliamo estendere gli 80 euro alle famiglie con figli" Condividi
• "A SINISTRA CAMBIANO NEMICI OGNI ANNO..."
"A sinistra cambiano i nemici ogni anno...io sono fuori categoria. Ma noi non abbiamo nemici", dice Renzi. "Basta litigare, siamo una squadra", insiste il segretario dem, che apre a nuovi alleati assicurando "pari dignità".
Leopolda, Renzi: "Fake news? Sgamati Lega e 5S. Ogni 15 giorni report su schifezze" Condividi
• INTERNET: "SGAMATI M5S-LEGA, ORA REPORT PERIODICI"
"Oggi si è capito che su Internet M5s e Lega escono con gli stessi codici, una cosa enorme - ha denunciato Renzi - utilizzano le stesse infrastrutture della Rete. Noi non siamo interessati a chiudere nulla, a fare leggi o a censurare, ma tutto questo deve servire a educare per essere responsabili" è stato il pesante affondo di Renzi contro la Casaleggio del M5s, e contro la Lega di Salvini, sulla questione delle fake news.
M5S, Berlusconi. "Il pericolo sono i grillini. Gente senza arte né parte" Condividi
"Questo giochino non passa più inosservato - attacca il segretario dem rivolgendosi a grillini e leghisti - vi abbiamo sgamato. Vi diciamo che ogni 15 giorni il Pd presenterà dei rapporti ufficiali sulla Rete di tutte le schifezze che troviamo, ma non chiediamo interventi normativi". "Non si fanno referendum sui vaccini, si vaccinano i nostri figli per la loro salute" tuona rivolgendosi al M5s.
Infine l’attacco a Di Maio: "Ho visto che Di Maio ha proposto di chiamare l’Osce. Per me può chiamare anche i Caschi Blu, anche la Croce Rossa, ma visto che ha il telefono in mano chiami anche la Casaleggio, visto che chi condivide le fake news qualcuno li tagga anche lui". "A me fa paura Di Maio - continua - quando confonde una dittatura con la democrazia: il Venezuela è una delle più pericolose dittature e il M5s non può dire che è un esempio da seguire o un Paese felice. È una dittatura da combattere".
• "REFERENDUM? LO RIFAREI OGGI"
"Abbiamo perso quella sfida - ammette Renzi -, ma io la rifarei oggi, perchéò non era una battaglia per il premier più forte, era una battaglia per i nostri figli". Il segretario del Pd cita poi l’autrice della saga di Harry Potter, Joanne Rowling. Ricordando il periodo difficile dopo la sconfitta al referendum, Renzi ha detto: "Ho scoperto che ho una volontà forte e più disciplina di quanto avessi pensato - citando e leggendo il testo della scrittrice inglese - ho scoperto che avevo amici veramente inestimabili, ce li ho qui, oggi".
• AI MILLENIALS: "PROVATECI CARI PISCHELLI IN CAMMINO"
Nella ottava edizione dedicata ai millenials, Renzi s’è rivolto a loro chiamandoli "pischelli in cammino...". "Il popolo della Leopolda si è riunito ed è cresciuto - ha detto - qualcuno di loro era alle elementari nel 2010 quando abbiamo iniziato. A loro dico: non ammalatevi del virus dell’autocommiserazione, che fa dipendere il fallimento da altri e il successo da se stessi. Se fallite è perché non ci avete provato abbastanza. Serve coraggio di riprovarci, senza paura di battere boccate. Provateci cari pischelli in cammino, cari millenials".
Leopolda, Renzi: "Quelli del clan Spada sono degli animali" Condividi
• "OSTIA? QUELLI DEL CLAN SPADA SONO ANIMALI"
"Noi difendiamo la libertà di stampa anche quando non condividiamo gli articoli. Questo è il discrimine fra persone civili e animali", ha detto Renzi citando il caso della testata inferta da un esponente del clan Spada al giornalista Rai Daniele Piervincenzi a Ostia. "Quelli del clan Spada sono animali". A raccontare della infiltrazione malavitosa sul litorale romano era intervenuta poche ore prima - incassando una standing ovation - la giornalista di Repubblica Federica Angeli, che ha descritto la sua vita di cronista scortata dalle forze dell’ordine dopo le minacce ricevute per aver denunciato le mafie di Ostia.
• "NON ACCETTERÒ MAI MIA NIPOTE DOWN CITTADINA DI SERIE B"
"Agnese non ha mai fatto un’intervista nei 100 giorni di governo - ha ricordato Renzi, a proposito di sua moglie -, ha fatto un intervento su nostra nipote che è affetta dalla sindrome di Down. Ma sarà una donna straordinaria, io sono orgoglioso di essere suo zio, e non accetterò mai che mia nipote Maria venga considerata una cittadina di serie B".
• RENZI CITA BLADE RUNNER: "VOGLIO PIÙ VITA"
"Voglio più vita. È l’umanità. Questa è la ragione sociale del Partito Democratico". Renzi cita il film Blade Runner di Ridley Scott. "Se devo immaginare il futuro dell’Italia - è la sua metafora - non mi soffermo sulle questioni tecnologiche. Tutto sarà diverso da come è stato in questi anni. Ma io so per certo che l’Italia in quella discussione ci sarà, perché è un posto benedetto da Dio e dagli uomini; sono qui per dire che chi fa politica, prima di preoccuparsi per la legge elettorale, deve dire ’voglio più vita, padre’. Dobbiamo intervenire sui temi concreti, sulle badanti, sul fine vita e sul sostegno alle persone".
ROMA - Dal palco di Idee Italia, la contro Leopolda di Forza Italia, il leader del partito Silvio Berlusconi ha delineato l’eventuale composizione di un governo centrodestra in caso di vittoria alle prossime elezioni. "Se vincerà - dice Berlusconi - il prossimo governo avrà 20 ministri, 12 che vengono dalla società civile e solo 8 dalla politica: tre di Forza Italia, tre della Lega e due di Fratelli d’Italia. Dovremo fare spazio alla quarta componente del futuro centrodestra".
Poi il leader di Forza Italia si concentra sul Movimento Cinque Stelle e Di Maio, il suo "frontman", come lo ha definito: "Ha un faccino pulito, che ha fallito alle facoltà di legge e ingegneria, ha fatto solo un mestiere: lo steward al San Paolo per vedersi gratis le partite del Napoli". "Non passeranno mai - ha aggiunto - Porterebbero alla rovina l’Italia tutta".
Sugli alleati, invece, si dice contento per io voti ricevuti: "Non siamo concorrenti. Speriamo ne prendano il più possibile. Insieme faremo la rivoluzione liberale fondamentale per il futuro dell’Italia e degli italiani". "Dal notaio si portano le persone di cui non si ha fiducia. Noi non siamo concorrenti mai, ma siamo alleati".
DALLA STAMPA DI STAMATTINA
Francesca Schianchi
«Noi ci siamo frequentati poco in questi anni. Sui giornali ho letto di una Leopolda in tono minore: e allora quanti eravate gli anni scorsi?». È tutto per il ministro dell’Interno Marco Minniti l’applauso più fragoroso della comunità renziana, riunita numerosa sotto le volte della vecchia stazione fiorentina per questa ottava edizione della Leopolda. Per il suo breve intervento dai toni ispirati su sicurezza e legalità, concluso giurando lealtà al segretario: «Sono contrario a fare un congresso ogni tre mesi, ma se così fosse io confermerei il sostegno a Matteo. Non c’è un Banquo che tradisce nell’ombra», smentisce voci di sue velleità da leader. Prima di lui, il palco è tutto per la coppia Renzi-Franceschini, il primo che intervista il secondo, argomento beni culturali, una sintonia ostentata dopo qualche settimana di freddo per via della strategia sulle alleanze. Così, in questa seconda giornata della kermesse renziana, in un format un po’ fiacco, uguale a se stesso, il segretario esibisce la sponda di due big del partito, a pochi mesi dal voto. Oltre che l’abbraccio del suo popolo, sfilato sul palco negli interventi e raccolto attorno ai tavoli tematici della mattina: dal Sud all’Europa alle riforme, sono cento le proposte che Renzi ha promesso di portare in dote al Pd da questa Leopolada “di lotta”.
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Fabio Poletti
Zero bandiere di partito. Alla Leopolda di Forza Italia in onda all’hotel Gallia di Milano si cerca di salvaguardare lo spirito della kermesse. #Idee Italia La Voce del Paese il titolo. Il Paese, declinato come categorie sociali, risponde in massa. Giovanni Toti Governatore in Liguria e ai piani alti del partito non è stupito: «Non è vero che è solo cambiata l’aria. Se stiamo vincendo ovunque è perchè gli italiani stanno riconoscendo il lavoro che stiamo facendo». O per dirla con le parole di Mariastella Gelmini, che insieme a Paolo Romani ha ideato questa tre giorni: «I delusi dal governo di Matteo Renzi hanno cominciato a guardare dalla nostra parte, hanno cercato il dialogo con il centrodestra».
Alle tavole rotonde partecipa il mondo delle professioni e del territorio. Il programma è da costruire. Per ora ci si accontenta di mettere insieme le idee. Che alla fine è poi una sola: tornare a riprendersi il Paese. Ci sono gli accordi con gli alleati ancora da limare. E la leadership da definire. L’unica cosa che non si discute è Silvio Berlusconi. Tecnicamente ineleggibile fino a che non decide Strasburgo. Ma qui ci si chiede se sia proprio necessario fare il parlamentare per diventare Capo del governo. Quanto ne abbia voglia l’81 enne leader di Forza Italia lo dirà lui stesso oggi qui.
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e le pagine Facebook imparentate Il Nyt: “Stesso codice”. Il social manager di Salvini: lo cambierò
Jacopo Iacoboni
Mentre il Movimento smentiva furiosamente la notizia di un incontro con Matteo Salvini, un sito web che sostiene in modo ufficiale Salvini risultava condividere i codici analytics di Goo
gle e l’Id di Google adsense (con cui viene monetizzata la pubblicità online) con siti pro M5S, e siti pro Putin. L’analisi, resa nota dal New York Times, è in un report della società dell’informatico Andrea Stroppa, consulente tra gli altri di Matteo Renzi, che La Stampa ha potuto consultare, e aggiunge importanti dettagli sull’esistenza nei social italiani di sovrapposizioni de facto tra aree politiche diverse in Italia, all’insegna di un nemico comune: il governo, le élite liberal, il Pd, Renzi, la Boschi, la Boldrini, ma anche Monti, Napolitano, la Bonino, Gentiloni, gli immigrati, la società multietnica, gli Stati Uniti, l’euro, l’Europa. Una propaganda spesso xenofoba, sempre anticasta, centrata sull’idea che i politici siano tutti corrotti tranne grillini e leghisti, o sull’esaltazione di Putin. Oggi possiamo fare alcuni passi avanti, fornendo i nomi dei due siti grillini citati nel report.
Si tratta, ci ha confermato Stroppa, di Videoa5stelle.info (ha una relativa pagina Facebook da 21 mila follower) e infoa5stelle.info (e relativa pagina Facebook da 95 mila follower). Luca Morisi, il social media manager di Salvini, che inizialmente aveva declinato ogni commento al Nyt, in serata ha riconosciuto che i codici coincidono per i diversi siti. Ha spiegato però che un ex attivista M5S ha lavorato assieme a lui alla costruzione del sito ufficiale “Noi con Salvini”, e ci ha copiato gli stessi codici informatici dei siti grillini e putiniani; «ma non abbiamo nulla a che fare con i siti pro M5S o pro Putin», dice Morisi. Ha promesso che tutto sarà bonificato nel weekend. A una richiesta di ulteriore chiarimento inviata da La Stampa non ha risposto. In alcuni paesi, come l’Inghilterra, la coordinazione delle propagande è illegale secondo la legge elettorale (in Uk c’è un’inchiesta su presunto coordinamento illegale tra la campagna per la Brexit di Farage e quella di Cameron). In Italia non lo è, non si è mai neanche ben capito il problema. Per ora, continuiamo a non sapere - Google non aiuta - chi sia l’intestatario dell’account Adsense.
Un’analisi dei contenuti, di questi siti, aiuta a capire alcuni “mediatori", tra network diversi (i mediatori sono come i tubi di un impianto idraulico): usando il grafo di Facebook scopriamo che i post di un sito grillino in questione, “Infoa5stelle”, vengono rilanciati alacremente (quattro volte nei primi quattro post della colonna ordinata per ampiezza delle condivisioni) dal Fan club Luigi Di Maio, una pagina non ufficiale di 75 mila seguaci, di cui abbiamo scritto in passato, molto centrale nel network pro M5S su Facebook, e gestita da personaggi intrecciatissimi (nelle amicizie Facebook) a profili di big grillini. La Stampa scrisse un anno fa di un vero network pro M5S, ben costruito, 550 pagine, sei grossi cluster, profilati per temi. Traduzione: la sovrapposizione Lega-mondo M5S, dai codici coincidenti, entra facilmente nei rispettivi network.
La seconda storia di questi giorni riguarda un caso di falso interessante perché anche qui c’è un errore, della catena, che fa venire alla luce connessioni: Maria Elena Boschi ha denunciato giorni fa un profilo Facebook (tale Mario De Luise) e una pagina (Virus5stelle) che postavano diffamazione violenta contro lei e Boldrini, tra gli altri, accostandole a Riina (oltre a cose come foto di Renzi in una bara, e foto di Napolitano schiacciato in un pozzo; così, per fare due soli esempi). Uno dei due gestori della pagina, Adriano Valente, esibisce nei suoi post sui social una foto con Di Maio a una marcia grillina (la foto è stata ritrovata e pubblicata su twitter da Lorenzo Romani, un social consultant che ad agosto aveva per primo lanciato l’allarme documentato su sovrapposizioni di codici tra siti leghisti e grillini). Valente indossa il laccio nero da badge riservato agli organizzatori del corteo. La foto è vera? Nardelli, reporter di Buzzfeed, ha poi pubblicato che Di Maio dal suo profilo ufficiale Facebook, in passato, ha taggato Valente. Boschi aveva sfidato Di Maio a dire qualcosa; ieri nel suo post sulle fake news il candidato premier M5S non ha detto nulla sui due casi specifici, ha solo condannato in generale le fake news. Valente dice di cadere dalle nuvole: «Giusto per chiarire, gestisco sei pagine numerose in rete (sic) assieme ad altri ragazzi, un certo Mario De Luise pare abbia postato ieri dal suo profilo una bufala del funerale di Riina. Pare poi l’abbia pure pubblicata sulla pagina Virus 5 stelle. Io personalmente sono estraneo». Ma è lui il gestore di quella pagina. E poi: chi sono gli «altri ragazzi» di cui parla? Esistono persone che fanno gli intestatari di pagine e gruppi?
Infine, il profilo di De Luise: è stato chiuso su Facebook, ma ne aveva almeno un altro identico (col nome scritto attaccato) che posta contenuti da pagine o gruppi Facebook del network pro M5S: Tutti con il M5S (146.114 seguaci), Adesso basta (473 mila), Noi sosteniamo il M5S (99.870). È una guerra; che, senza nessun problema, raggiunge più di tre milioni di profili di italiani.
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