Libero, 22 novembre 2017
Sessantamila euro a chi si trasferisce con la famiglia nel paesino svizzero
Orson Welles diceva che nella luminosa Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e hanno prodotto soltanto gli orologi a cucù (oltre ad apprezzabili aliquote fiscali e il cioccolato, naturalmente). Non sbagliava di molto.
Eppure, oggi alla caduta delle frontiere fiscali e, appunto, alla scomparsa degli orologi al cucù, la Svizzera delle white list tributarie, offre al mondo, grazie ad una piccola comunità, una sua particolare forma di paradiso a basso costo. Ad Albinen, infatti, un paesello oloegrafico ricco di vallate, di paesaggi alla Heidi e di montagne mozzafiato, si sta svolgendo in queste ore un inedito esperimento sociale. Ridotto a 248 abitanti, soffocato dallo spopolamento del Canton Vallese, il paese offrirà una sovvenzione in denaro 25mila franchi per adulto e 10mila per ogni bambino a chi decide di costruire casa nelle sue faconde lande. Una cifra non indifferente: per una famiglia di 4 persone sono 70mila franchi una tantum, ovvero 60mila euro. Io, guardando quelle antiche pietre, osservando gli sterminati spazi e udendo gl’innominati silenzi mi terrei anche un 10mila euro per una successiva psicanalisi; ma è un opinione del tutto personale.
L’importante è che gli svizzeri siamo felici, e che si sappia in giro. «Potrebbe essere una soluzione allettante per le famiglie con problemi economici», dicono gli autoctoni alla stampa nel tentativo che la voce rimbombi oltre il volo delle aquile. Come negli stralunati consigli comunali del racconto Il Villaggio che votò la teoria della terra piatta di Rudyard Kipling, la comunità di Albinen si accinge dunque, attraverso una mozione pubblica, al richiamo ancestrale della terra, invocando l’invasione straniera. Le condizioni dell’insediamento dal sapore biblico, tuttavia, devono essere rispettate alla lettera.
«Chi è interessato alla proposta deve avere meno di 45 anni e, soprattutto, deve garantire di restare nel piccolo paese per almeno 10 anni», recita il bando, suggerito da un gruppo di giovani del paese al sindaco.
La proposta ha avuto una prima approvazione con 94 firme a favore (la metà della popolazione), il resto degli indigeni mugugna, ma cederà alla ragion di Stato.
Astenersi, ovviamente perditempo e gruppi di investitori. «Albinen non ha bisogno di complessi immobiliari, ma solo di famiglie disposte ad apprezzare la bellezza del luogo e la sua natura quasi incontaminata. Milletrecento metri di altitudine e, per rilassarsi, le terme di Leukerbab a solo sei chilometri di distanza», rendono noto gli abitanti. Il sindaco di Albinen è eccitato come un pastorello al pascolo, come uno spallone comasco alla sua prima missione oltreconfine. La sua speranza è che il progetto vada in porto. «È un investimento per il futuro del villaggio» assicura il primo cittadino «e forse potremo riaprire anche la scuola». Forse.
Albinen, a dire il vero, non ha il primato di esperimenti di fantasioso ripopolamento urbano (negli ultimi tre anni ha perso tre famiglie e otto studenti e la scuola ha dovuto chiudere). Progetti simili li hanno realizzati già nelle lande spopolate di nuova Zelanda e Canada. E in Italia proliferano, ai margini delle grandi città, i cosiddetti «Comuni polvere», paesi con meno di mille residenti, destinati biblicamente a riposare in pace. E gli amministratori si ingegnano. Per esempio, a Bormida, provincia di Savona, qualche mese fa il Comune regalò 2000 euro a chi prendeva la residenza.
Nel 2005 il Canton Ticino cercava contadini per una paga mensile di più di 3000 euro di base. Nel 2013 in Val Brembana hanno affittato 1300 ettari di boschi a gente che era stata insospettabilmente posseduta dallo spirito del taglialegna (mestiere praticamente in disuso). Nel 2010 in piccolo paese in provincia di Cagliari, Sadali, l’ammistrazione locale offrì buoni spesa di 200 euro al mese per due anni per invogliare le famiglie a metter radici. Nel 2011 a San Giovanni d’Asso, provincia di Siena, si disposero 300 euro al mese per dodici mesi di «contributo affitto». A Quiliano vicino Savona, il Comune affidò ai primi passanti, gratuitamente, terreni da coltivare. Tutte idee attinte alle operazioni di lottizzazione gratuita della chiesa ortodossa in Grecia, molto prodiga verso i poveri concittadini attanagliati dalla crisi. Ora tocca ad Albinen, con buona pace di Orson Welles...