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 2017  novembre 22 Mercoledì calendario

Eugenio e sregolatezza

Oggi esce la nuova «Repubblica», intesa come giornale quotidiano che rinnova la sua veste grafica e adotterà un nuovo font chiamato «Eugenio», come Scalfari. Lo sanno tutti, i migliori e i peggiori, anche perché hanno speso una tonnellata di soldi in pubblicità. Beh, auguri: basta che non ci facciano più leggere la sommatoria di cazzate contenute nell’editoriale scritto ieri da Tommaso Cerno, neo-condirettore della neo-Repubblica, neo-Vendola del giornalismo italiano (ha usato «narrazione» già alla quinta riga) e pure neo-linguista, da come scrive: Repubblica a suo dire sarebbe «una lente che, proprio per conservare intatto il punto di vista, si evolve nel tempo, contagiandone la grafica». Che vuol dire «contagiandoNE»? È il pronome di che? Ma passiamo al problema vero, cioè che Repubblica fa battaglie divisive dalla sua nascita e che su questo, pure, ha impostato l’ultima campagna pubblicitaria: foto di Berlusconi («Passato o futuro?») e di Trump («L’inizio o la fine?») e di Grillo («Politica o spettacolo?») eccetera: ma poi si rimangia tutto nell’editoriale di Cerno. Si legge di attenzione alle sfumature, come no: «Mentre la visione binaria del mondo prevale, mentre il tifo si sostituisce all’analisi, mentre sempre più persone si convincono che la ragione stia da una parte, sia bianco o nero, Repubblica prova a rimettere il colore, la sfumatura al centro della sua narrazione». Cioè: dopo 41 anni, Repubblica ha scoperto il terzismo e il Corriere della Sera. Ci crediamo tutti.