Il Sole 24 Ore, 22 novembre 2017
Il valore dell’illegalità tassa da 28 miliardi
L’illegalità è la tassa più iniqua e odiosa che le imprese del commercio e dei servizi sono costrette a pagare. E forse anche la più salata: ben 28 miliardi (+3,3%) tra mancati introiti causa abusivi e contraffazioni, rapine, estorsioni e spese aggiuntive per la sicurezza. Una minaccia sempre più opprimente visto che un imprenditore su tre percepisce un peggioramento, in particolare a causa di usura ed estorsioni, e uno su 10 ha dichiarato di aver subito nell’ultimo anno una forma di intimidazione, cedendo ai criminali in un caso su tre (anche se dal 2010 i reati calano da 17 ogni mille imprese a 16,1 nel 2016).
L’ultima fotografia della criminalità che strozza l’economia arriva da Confcommercio in occasione della nuova giornata «Legalità mi piace!’, che l’associazione organizza ogni anno. Per il presidente Carlo Sangalli di Confcommercio che ha sottolineato «i segnali di ripresa» l’illegalità rimane un «deficit strutturale» che «mette a rischio 181mila posti di lavoro». Perché – come ha rimarcato anche il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio – «affermare la legalità e contrastare le varie forme di criminalità sono condizioni di sviluppo». Un concetto ripreso anche dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, che a Confcommercio ha proposto «una grande alleanza» tra Stato, istituzioni e associazioni con l’invito agli imprenditori a denunciare pressioni: «Non dobbiamo lasciare nessuno da solo». Secondo l’indagine di Confcommercio la certezza della pena, indicata dal 73% degli imprenditori, viene ritenuta l’iniziativa più efficace per la sicurezza della propria impresa, seguita dalla maggiore protezione da parte delle forza dell’ordine. Inoltre il 93% non ha un’arma per la difesa personale, ma tra questi l’11% pensa di prenderla in futuro.
Ieri oltre 40 associazioni hanno organizzato iniziative sul territorio sul tema della legalità coinvolgendo, complessivamente, oltre 10mila imprenditori. Tra gli appuntamenti anche l’indagine promossa da Assolombarda e presentata ieri sulla «criminalità organizzata di stampo mafioso nella provincia di Monza e Brianza» con “Cross-Osservatorio sulla criminalità organizzata” e realizzata con l’università di Milano.