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 2017  novembre 21 Martedì calendario

Tra i minorenni italiani 1,3 milioni di poveri. Ma il governo li ignora

I dati non sono univoci, variano leggermente a seconda della fonte, ma entrambi forniscono un quadro allarmante. In Italia, secondo l’Istat (la statistica fa riferimento al 2016), un milione 292 mila minori vivono in condizioni di povertà assoluta: si tratta del 12,5%. Nel 2015 la percentuale era del 10,9. Secondo Save The Children, invece, i minorenni presenti in Italia in situazione di totale indigenza sarebbero il 10%. Di tutto questo si discute solo quando c’è da celebrare qualche ricorrenza, come ieri, che è stata la “Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, e che ogni anno, inevitabilmente, genera una ridda di reazioni politiche. Solo che nell’ultimo periodo nel nostro Paese le dichiarazioni di chi sta al governo sono sempre le stesse. Prendiamo la Dem Maria Elena Boschi: ieri, durante il convegno “Bambini e diritti verso il futuro”, ha detto che «non può esistere una lotteria dei diritti o delle possibilità», che «dobbiamo partire tutti dalla stessa linea», e che «anche in Italia ci sono situazioni di difficoltà e disagio, anche a completare il percorso di studi». Ma va? Secondo Save The Children, il 20% dei 15enni non sa leggere bene e uno su quattro non raggiunge la soglia minima in matematica. Vediamo allora cosa ne pensa il ministro Pd dell’Istruzione Valeria Fedeli: «Le bambine e i bambini, le adolescenti e gli adolescenti hanno diritti che vanno tutelati e salvaguardati». Davvero? Ma non è tutto: «Questo governo ha proseguito in continuità col precedente sta rivolgendo a questi periodi della vita un’attenzione particolare: è da questo che dipenderà la qualità del futuro delle singole persone e della collettività. Noi vogliamo un domani giusto, equo, libero». Mais oui madame Lapalisse. 
È seguita una supercazzola su quanto di buono hanno fatto gli ultimi esecutivi di sinistra. Il capogruppo dei democratici alla Camera, Ettore Rosato, ha affidato le sue riflessioni a un tweet: «Difendere i diritti dei minori significa investire sul futuro. Lo Ius Soli un impegno per onorare #giornatamondialedellinfanzia». E gli impegni nei confronti dei ragazzini italiani, invece, non vanno onorati? Se n’è dimenticato, può capitare. 
Peccato che, come dice a Libero l’onorevole di Forza Italia Michela Brambilla presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza in Italia i capitoli riguardanti famiglia, infanzia, esclusione sociale e abitazione assorbano solo l’11% della spesa sociale, circa 10 punti in meno di Francia e Germania. Ma comunque, tornando alla Fedeli, se il governo sta facendo tutto così bene perché, consultando il sito truenumbers. it, ci si imbatte in una drammatica statistica (fonte Unicef) secondo cui nel nostro Paese l’intervento pubblico sulla povertà infantile riesce a incidere solo per il 24%, mentre in Finlandia, Islanda, Norvegia, Danimarca, Irlanda, Svezia e Inghilterra si viaggia dal 66 al 54? Qualcuno obietterà che si sa che nel Nord Europa tutto funziona meglio. D’accordo: ma allora come mai siamo dietro a Malta (26%), Slovacchia (36), Slovenia (46) e Cipro (53)? Siamo 27esimi su 37. 
Anche perché se dai dati Istat sulla povertà assoluta in Italia tra i minori passiamo a quelli sulla povertà relativa, i numeri crescono ulteriormente e parlano di 2 milioni 297 bambini in difficoltà, il 22,3%. E dire che i nostri rappresentanti di governo vogliono un futuro giusto, equo e libero. Bravi: comincino però dal presente.