La Stampa, 22 novembre 2017
Guarire dal diabete con le cellule riparate
Le prospettive interessano oltre 300 mila italiani: tanti quanti sono gli affetti dal diabete di tipo 1, che vedono la produzione pancreatica di insulina compromessa dalla distruzione delle cellule beta da parte del sistema immunitario. Nell’ottica di una remissione definitiva dalla malattia, riscontrati i limiti del trapianto delle isole pancreatiche, le speranze sono affidate alla rigenerazione delle cellule danneggiate. Da qui l’idea presentata da Joe Zhou, ricercatore del laboratorio di biologia rigenerativa delle cellule staminali all’Università di Harvard.
La sua idea punta al prelievo di alcune cellule dai pazienti, all’espansione e alla conversione in cellule beta pancreatiche in laboratorio, prima della nuova infusione nel paziente. «La migliore fonte di cellule riprogrammabili è stata individuata nello stomaco, che sa rinnovarsi velocemente», è il pensiero dello scienziato cinese, che confida di avviare i primi trial sull’uomo entro un paio d’anni. Diversa, ma sempre legata alla medicina rigenerativa, è invece la prospettiva tracciata all’Università di Milano: qui si punta a ottenere la remissione del diabete di tipo 1 tramite l’infusione di cellule staminali ematopoietiche ingegnerizzate per aumentare la sintesi della proteina Pd-L1 (carente nelle staminali dei diabetici di tipo 1). I test sui topi e in modelli ex-vivo umani – i cui risultati sono stati pubblicati su «Science Translational Medicine» – hanno confermato la possibilità di arrestare la reazione autoimmune.