Corriere della Sera, 22 novembre 2017
Intervista a Di Battista, che spiega perché non si ricandiderà
«Certo, come tutti nel Movimento ho diritto a candidarmi per un secondo mandato. Ma in questo momento non esiste nessuna ipotesi di staffetta con Luigi Di Maio. Non ho pensato a nessun tipo di strategia, la mia è una scelta umana, personale»: Alessandro Di Battista spiega così i motivi della sua scelta di non correre per un seggio alle prossime Politiche. E attacca chi lo ha criticato: «A qualcuno sembra più disdicevole un deputato con un seggio quasi sicuro che non si ricandida che il mercato delle vacche a cui spesso assistiamo per rincorrere una poltrona».
È un addio o un arrivederci ai palazzi della politica?
«Non è né un addio né un arrivederci. Resto a fare politica con il Movimento ma in altre forme, fuori dai palazzi».
Quando ha capito che non si sarebbe ricandidato?
«L’ho dichiarato a metà legislatura che non mi sarei ricandidato e quello che dico faccio. Voglio dedicarmi alla controinformazione, alla ricerca di politiche innovative a livello mondiale».
Molti attivisti però auspicano un suo ripensamento.
«La mia decisione è presa, però considero le parole degli attivisti come un attestato di stima nei miei confronti».
Quanto ha inciso il fatto di essere diventato padre?
«La nascita di Andrea ha dato più forza una decisione già presa. Ti mette davanti alle tue aspirazioni e le mie sono quelle di stare di più con lui, con sua madre e di dedicarmi alla politica in maniera diversa, con modalità diverse. Ad esempio studiando le ricerche su quei diritti acquisiti in altri Paesi che da noi sembrano utopie, come alcune politiche sociali nei Paesi scandinavi».
Come le ha cambiato la vita suo figlio?
«È incredibile: non avrei mai pensato che un esserino che non parla e non cammina potesse rivoluzionare così tanto il mio mondo».
Cosa le ha detto Grillo?
«Mi ha detto che mi capiva. Beppe mi ha sempre capito e io mi sono sempre sentito compreso da lui».
E come l’ha presa Di Maio?
«Guardi siamo davvero una squadra. Il nostro rapporto è granitico e per me sarà un onore fare la campagna elettorale al suo fianco. Sento che possiamo vincere».
Non teme che il suo addio possa avere delle ripercussioni in termini elettorali?
«Assolutamente no. Il mio non è un addio: sosterrò il Movimento da fuori. La mia storia è la dimostrazione che siamo davvero un Movimento di cittadini che vuole fare politica non per stare nei palazzi: la nostra non è propaganda ma realtà».
Continuerà ad andare in tv e nelle piazze?
«Assolutamente sì, sempre. La legislatura inoltre non è finita e nei prossimi mesi mi batterò per l’abolizione dei vitalizi. Potevamo intervenire sul bilancio della Camera e Boldrini mi cacciò per un mio intervento. Disse che c’era già una legge incardinata. Come vede...».
Senta, ma lei rinuncerà ai benefit da ex deputato?
«In molti casi noi siamo stati determinanti per cancellarli, come il rimborso dei viaggi per gli ex parlamentari. Mi comporterò come un Cinque Stelle e le posso dire che alla pensione privilegiata abbiamo già rinunciato due mesi fa».
Passerà dalla tv alla scrittura?
«Non è una novità. Ho già pubblicato un libro prima di entrare in Parlamento. Ora sta per uscire Meglio liberi che racconta le motivazioni della mia scelta».
Che bilancio fa di questi anni in Parlamento?
«Sono soddisfatto: nessuna forza politica aveva fatto opposizione come noi prima. Ovviamente abbiamo commesso degli errori, ma puoi sbagliare solo se provi ad agire».
Che errori?
«All’inizio della legislatura eravamo di rottura. Ma dopo le Europee abbiamo deciso di puntare di più sui nostri temi come il reddito di cittadinanza. Fu un’idea di Gianroberto Casaleggio».
Come immagina il Parlamento del futuro con il Rosatellum?
«L’obiettivo di FI e Pd è arrivare al 51%: il nostro compito è impedire il loro inciucio. Sono convinto che vinceremo le elezioni e andremo in Parlamento chiedendo di sostenere cinque punti del nostro programma di governo: abolizione di Equitalia, della legge Fornero, varare misure a sostegno delle piccole e medie imprese e una seria legge anti-corruzione, Infine, approvare il reddito di cittadinanza. Voglio vedere cosa faranno a quel punto».