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 2017  novembre 22 Mercoledì calendario

«Sul rinvio del voto spero nel Colle candidabile o no, sarò in campo». Colloquio con Silvio Berlusconi

ROMA «È stata un’attesa davvero lunga, durata cinque anni. Ma in queste ore sono sereno e soprattutto fiducioso. Mi aspetto che in tempi contenuti la Corte accolga il mio ricorso. Il mio ruolo nella prossima campagna elettorale è comunque già chiaro: indipendentemente dalla candidabilità, sarò in campo per portare il centrodestra al governo del Paese». Silvio Berlusconi trascorre le ore cruciali dell’udienza dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo in quello che ormai è divenuto il suo “ritiro” a Merano, nel centro benessere in cui è andato più volte in estate e accetta di parlare con Repubblica.
L’ex premier sa che la partita non si chiuderà oggi, ci vorranno forse mesi. La sua proposta di rinvio del voto a maggio per l’election day con le amministrative non è piaciuta a Salvini. «Io non ho chiesto di aspettare i tempi di Strasburgo, che non conosco e che la Corte deciderà autonomamente tenendo conto, mi auguro, che è in gioco il processo democratico in un grande paese europeo risponde Berlusconi – Mi sono semplicemente chiesto: può valere la pena aspettare 4-5 settimane in più, se così facendo si può evitare che molti italiani siano chiamati in pochi mesi alle urne due o più volte e si risparmiano 500 milioni? Ho affidato questa riflessione alla saggezza del capo dello Stato, sono certo valuterà questi aspetti, insieme con la ovvia necessità di far votare gli italiani prima possibile». Ma presto o tardi alle urne si andrà e il rischio che l’Italia, come la Germania della Merkel vicina alla resa, si ritrovi nella paralisi, è altissimo. O no? «Sarei cauto nel considerare la signora Merkel a un passo dalla resa: al momento non vedo altri punti di stabilità possibili nella politica tedesca. Ma le attuali difficoltà della politica tedesca nascono dal fatto che vi è un partito ribellista di destra, l’Adf, che ha sottratto voti alle forze moderate, soprattutto alla Cdu». E in Italia? Non c’è lo stesso rischio con Salvini e la Meloni?
«No, qui il problema non si pone, l’attuale sistema elettorale è per un terzo maggioritario e in più la destra non ha le stesse caratteristiche tedesche: Lega e Fdi sono parte integrante di un’alleanza di centrodestra di governo, responsabile, con sicure credenziali democratiche. Per questo puntiamo a ottenere la fiducia della maggioranza degli italiani». La sua campagna elettorale è già iniziata, domenica l’esordio in tv da Fabio Fazio.
Grillo nel mirino, il Pd di Renzi quasi ignorato. «Non c’è dubbio, il M5S è la forza politica più competitiva e quindi più pericolosa per il futuro del Paese sostiene Berlusconi – Una loro vittoria metterebbe il Paese nelle mani di incompetenti, disposti a tutto e con un programma delirante. Di fronte a tali prospettive, il Pd non è un’alternativa, è perdente perché ha fallito come forza di governo.
Che scelgano come leader Renzi o altri, che si mettano d’accordo o meno, mi creda, cambia davvero poco». Il centrodestra ha le sue grane, dai collegi da spartire alle regioni, ma su tutto, l’ex premier ne è convinto, «l’accordo si troverà». Tutt’altro che sullo sfondo, i grandi nodi che coinvolgono le sue aziende. A cominciare dal rapporto Mediaset-Vivendi. Sempre più insistenti le voci su un possibile accordo con Vincent Bolloré. «Non mi risulta che alcuna proposta sia stata recapitata a Mediaset o Fininvest. Quanto a me, sono ancora sconcertato da quel che è accaduto dopo l’accordo firmato nel luglio 2016: Vivendi da partner si è trasformata in aggressore e ha cercato di scalare Mediaset.
Eppure è evidente che a entrambi i gruppi sarebbe convenuto lavorare insieme per un grande polo televisivo europeo. Resto convinto che la ragione stia interamente dalla nostra parte.
Accordi e contratti devono essere rispettati». Una fitta ancora più dolorosa il “suo” Milan, la nuova proprietà cinese che secondo un’inchiesta del Ny Times non sarebbe affatto solida. Nulla da rimproverarsi nella cessione?«Fininvest si è affidata ad advisor, a studi legali e a banche di livello internazionale. Gli acquirenti cinesi hanno sempre rispettato gli impegni presi. E un fondo importante come l’americano Elliott ha ritenuto di garantire loro un prestito di importo rilevantissimo». Altra spina, la Nazionale fuori dai mondiali, ora l’ipotesi Ancelotti...«Carlo è talmente bravo e gli voglio così bene che lo considero adatto a qualsiasi compito. Ma per il nostro calcio occorre un lunga ricostruzione partendo dai vivai».
Prima dei saluti ha voglia di commentare la battuta di Eugenio Scalfari in tv: tra Di Maio e Berlusconi voterei Berlusconi. «Il fondatore del vostro giornale è persona intelligente, per questo sceglierebbe me. Meglio tardi che mai».