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 2017  novembre 21 Martedì calendario

Parlate al conducente

Ho visto un adulto. Ne esistono ancora, lo giuro. Sta dentro un video amatoriale, ma giustamente gli hanno oscurato la faccia per evitare che la gente lo riconosca e lo porti in trionfo, affidandogli la presidenza del Consiglio e della Federcalcio, la «reunion» degli Oasis e quella, assai più complicata, della sinistra. Questo panda dell’umanità fa l’autista di scuolabus e dall’accento si direbbe cuneese. Dopo che uno studente è rimasto sordo ai suoi richiami di abbassare la musica, ferma il pulmino e si fa consegnare lo stereo con la forza tranquilla di un educatore che non ha bisogno di dare in escandescenze per farsi obbedire: «Devo tutelare gli altri passeggeri, oltre ai miei timpani». L’altro tenta una replica strafottente, ma lui non perde il controllo e nemmeno lo colpevolizza. «Voglio solo farti capire che esiste un limite. Comprendo la tua voglia di fare quel che ti pare: sono stato adolescente prima di te». «Ma se anche lei…» allude il ragazzino, che intanto è passato al lei. E il conducente, con la solita flemma: «Ma quando facevo come te, mi sospendevano. Adesso purtroppo quelle regole lì le hanno tolte. Io neanche vado a dirlo al preside che hai fatto casino, tanto so che è inutile. Mi accontento di farti star bravo. Se te capisci che la musica va sentita a un volume accettabile… e tira giù quella gamba dal sedile!». Bè, sapete che cosa fa il ragazzino? Bofonchia, e non sarebbe un ragazzino se non bofonchiasse. Ma obbedisce. Continuando a parlare con quel conducente, esiste la possibilità concreta che un giorno diventi adulto anche lui.