il Fatto Quotidiano, 20 novembre 2017
Gaffe (dis)onorevoli. Dagli errori di sintassi a quelli ortografici, passando per citazioni sbagliate o parole inventate
Congiuntivo stregato per Luigi Di Maio (M5S)
“ALTER EGO” a parte (al posto di omologo, utilizzato a “Che tempo che fa"), Luigi Di Maio è un po’ il gaffeur doc della consecutio temporum. Rimarranno negli annali i tre congiuntivi tutti sbagliati per un solo post. 1) “Se c’è rischio che soggetti spiano massime istituzioni dello Stato...”. 2) “Se c’è rischio che massime istituzioni dello Stato venissero spiate...”. 3) “Se c’è rischio che due soggetti spiassero massime istituzioni dello Stato qual è livello di sicurezza...”.
Inglese, francese o latino: Matteo Renzi ne ha per tutti
IN ARGENTINA, nel febbraio 2016, Matteo Renzi recitò alcuni versi di Jorge Luis Borges che però non erano del grande poeta e scrittore argentino. Dieci giorni dopo per dimostrare la sua risolutezza davanti alla Commissione Ue, disse a Junker: “Hic manebimus optimus”, correggendosi in corner ma non tanto da evitare l’ironia della rete. Un anno fa, a Firenze, si lanciò in una citazione dei Fiori del male di Baudelaire, ma invece di dire alabtros citò l’airone.
La carica di Tripiedi&co.: i brevi e “circoncisi”
IL PRIMO A CIMENTARSI con un’audace confessione è il deputato Davide Tripiedi (M5S) nel 2014, quando alla Camera prende parola e dichiara di “essere breve e circonciso”. A correggerlo è il presidente di turno Baldelli che gli dice: “Coinciso”. Un classico che si ripete anche a settembre 2016 durante il consiglio regionale del Lazio con Antonello Aurigemma (FI) che sbaglia aggettivo per ben due volte, poi corretto da un divertito Francesco Storace.
Giorgia Meloni: la geografia non sarà mai il suo mestiere
“L’ULTIMA volta che sono stata in Inghilterra, ma non a Londra? Certo, sono stata a Dublino e in Scozia”. Giorgia Meloni risponde così alla domanda di Beppe Severgnini durante un talk show dedicato alla Brexit. Ma quando il giornalista le fa notare che Dublino e la Scozia non si trovano in Inghilterra, ma nel Regno Unito, la leader di Fratelli d’Italia fa mea culpa: “Sì, le chiedo scusa, ha ragione, mi sono sbagliata”, chiude la Meloni,
Clemente Mastella cita Neruda (e si sbaglia)
GENNAIO 2008, l’allora senatore dell’Udeur, Clemente Mastella, cita in Senato un verso della poesia “Ode alla vita” (“Lentamente muore chi...”) attribuendola a Pablo Neruda ma scritta nel 2000 da una brasiliana. Più che un epic fail, una bufala che da anni gira sul web e che, nel 2015, ha visto abboccarci anche la Feltrinelli. A riprendere Mastella fu l’editore italiano del Nobel cileno: “Quei versi banali non possono essere di uno dei più grandi poeti del 900”.
“I cittadini hanno uscito il portafoglio”. E il cane
SERGIO BOCCADUTRI, responsabile Innovazione del Partito democratico, nel settembre 2015 ci ha regalato una rara perla di errore grammaticale. Nel corso di una seduta parlamentare, incalzato dalle proteste delle opposizioni, per esaltare la bontà del 2 per mille riporta con un eccesso di enfasi il risultato della raccolta raggiunto dal Pd: “I cittadini hanno uscito il loro portafoglio e hanno dato i soldi ai partiti”. L’italiano è morto, amen.
Consecutio temporum, un mistero per Razzi
CON LA SCUSA di essere “un povero emigrante in Svizzera” da quando aveva 17 anni, il senatore di Forza Italia Antonio Razzi non sembra dare molta importanza alle regole della lingua italiana. Così, parlando della scrittrice Dacia Maraini, ha dichiarato: “È bravissima, anche se non l’ho mai letta. Magari saprei scrivere come lei!”. Un paio di anni fa ha, invece, cinguettato: “Buona Pascuetta!”, facendo scatenare il popolo di Twitter.
Maurizio Gasparri: un meme in carne e ossa
“È VERO che la Meloni è figlia della storia di destra e proprio per quello a suo tempo le chiesimo la disponibilità”. Questo lo scivolone del senatore e vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri che è costato il posto al suo responsabile social network, con #chiesimo diventato trending topic. Ma lista degli errori è lunga: Gasparri ha scambiato Jim Morrison per un rapinatore slavo e ha litigato in rete con il Puffo Brontolone.
Nicola Zingaretti e il dubbio tra imparare e insegnare
SIAMO nell’ottobre 2012 e Nicola Zingaretti, allora presidente della Provincia di Roma, è alle prese con la conferenza stampa di presentazione della sua candidatura alle elezioni regionali del Lazio. Parlando a un folto gruppo di giornalisti, l’attuale governatore dice: “A me hanno imparato che quando si fanno le scelte politiche e personali...”. Insomma, il più classico inciampo sulla grammatica, scambiando il verbo ’imparare’ con ’insegnare’.
La caduta dei socialisti Martelli e Craxi sul “cadunt”
PRIMA REPUBBLICA, anno 1998. Claudio Martelli comunica all’allora premier Ciriaco De Mita che il suo governo sarebbe durato solo rispettando il programma: “Simul stabunt, simul cadunt”. Ma dai banchi dell’opposizione Alessandro Natta urla: “Cadent, Martelli!”. Qualche giorno dopo Bettino Craxi ripete comunque al tg lo sciagurato “cadunt”. L’opposizione rassicurò: “Malgrado le opinioni di alcuni dirigenti del Psi, il latino non è mai cambiato”.