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 2017  novembre 19 Domenica calendario

Entro un anno il primo trapianto di testa

Il Frankenstein della fantasia era italiano, anche se i tantissimi film tratti dalla storia di Mary Shelley non lo ricordano mai. Il Frankenstein della realtà è pure italiano, anche se ancora non è del tutto chiaro se il trapianto di testa riuscito su un cadavere davvero potrà essere replicato entro un anno su un essere vivente. La differenza è che il Dottor Victor Frankenstein del romanzo del 1817 era napoletano, ancorché nato in riva al Golfo da un nobile tedesco e dalla figlia di un patriota lombardo proto-risorgimentale. Il Dottor Sergio Canavero che in conferenza stampa nel 2017 a Vienna ha annunciato di aver effettuato in Cina una prova generale è invece torinese: il neurochirurgo Sergio Canavero, classe 1964, direttore del gruppo di neuromodulazione avanzata di Torino. 
Già nel febbraio del 2015 Canavero aveva preannunciato che una testa umana avrebbe potuto essere trapiantata sul corpo di un donatore entro due anni. Nel 2016 aveva promosso un altro importante test, con il trapianto di una testa sul corpo di una scimmia. Il team ad operare materialmente era stato quello cinese del chirurgo Xiaoping Ren, dell’Università di Harbin: lo stesso che l’altro ieri con un lavoro di 18 ore ha riconnesso colonna, nervi e vasi sanguigni, appunto, tra la testa di un cadavere e il corpo di un altro cadavere. Ovvi i dubbi che il “montaggio” sia replicabile anche con “materiali”, diciamo così, non morti. Nel caso della scimmia, in particolare, la bestiola era sì sopravvissuta una ventina di ore: ma senza mai riprendere conoscenza, dopo di che è stata soppressa. «Per motivi etici». I critici sostengono che nessun tentativo di riconnettere il midollo spinale era stato fatto, perché la cosa è ancora impossibile. Se pure la scimmia si fosse risvegliata, dunque, sarebbe rimasta paralizzata per sempre. Canavero risponde che in realtà una équipe della sud-coreana Konkuk University School of Medicine sarebbe riuscita a riconnettere con successo i tronconi di midollo spinale di un topo, usando una soluzione a base di acido glicolico. 
A parte ciò, c’è però il problema del rigetto. E, ovviamente, c’è la grave questione bioetica della connessione tra un cervello legato a una personalità e un corpo legato a una personalità differente. Più ancora che nel Frankenstein doc, dove un nuovo corpo era assemblato con pezzi di vari cadaveri, il problema era sottolineato dal Frankenstein Junior di Mel Brooks, dove appunto al gigantesco cadavere di un impiccato deve essere posto un cervello nuovo. Ma il pasticcione Igor distrugge per sbaglio il cervello dello “scienziato e santo” che gli era stato commissionato per sostituirlo con quello di un “A.B. Norme” che combinerà comici sfracelli. L’anno dopo Frankenstein Junior, nel 1975, la problematica fu affrontata anche nelle quattro puntate dello sceneggiato Rai Gamma, di Salvatore Nocita. Lì si ipotizzava che il trapianto di cervello non cambierebbe la personalità del corpo ricevente. Al contrario, l’organo separato diventerebbe una tabula rasa, su cui la personalità del corpo potrebbe essere ricostruita attraverso un programma di “istruzioni” registrate da parenti, conoscenti e amici. In effetti si scopriva alla fine che l’omicidio compiuto dal trapiantato non dipendeva da un ricordo del cervello del donatore, ma da “un’istruzione” abusiva. 
Fantascienza a parte, però, secondo Canavero questo «è l’ultimo step per il trapianto di testa per motivi medici, che è imminente». Quel che si sa in Cina a proposito del traffico di organi di condannati a morte potrebbe suggerire ipotesi sinistre, e in effetti Canavero insiste molto sull’aiuto che gli ha dato la Repubblica Popolare. Nello spiegare che i dettagli del procedimento saranno diffusi la prossima settimana attraverso riviste scientifiche ha parlato infatti di «grande giorno di gloria per la Cina». «La Cina ha davvero dimostrato a sé stessa di essere una superpotenza scientifica, al condurre a capo questa incredibile chirurgia che è durata 18 ore». A quanto pare, però, la prima persona a offrirsi volontaria per l’esperimento sarebbe un cittadino russo: il 31enne Valeri Spiridinov, affetto da una grave patologia muscolare neurodegenerativa che si chiama sindrome di Werdnig-Hoffman e che comporta la paralisi completa. Dunque, il trapianto «bisognerebbe farlo in Russia». Canavero dice pure che personalmente preferirebbe un trapianto di cervello appunto alla Frankenstein Junior o alla Gamma, piuttosto che di testa. Comunque, bisognerebbe trasferire anche la meninge, con la «partecipazione di molta neuroingegneria».