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 2017  novembre 20 Lunedì calendario

Come ti aiuto a perdere tempo, i mille trucchi dei raccattapalle

ROMA In Premier League li chiamano ball boys e di loro, una volta, Mourinho disse: «Sono una disgrazia del calcio inglese». In fondo, la differenza tra giocare in casa o in trasferta un derby si è vista nell’ultimo bollente quarto d’ora di Roma-Lazio. Perché, sul 2-1, i raccattapalle sono spariti. Dileguati, evaporati. Tanto che a un certo punto Patric è dovuto correre fin sotto la Tribuna Tevere a recuperare un pallone disperso. Tanto che sui social è stato un diluvio di accuse biancocelesti: «La partita l’hanno vinta i raccattapalle». Una posizione che la Lazio non ha voluto sposare né negare, forse memore di un derby dello scorso anno, quello di andata di Coppa Italia, con Bruno Peres e Strootman furiosi con i ragazzini battenti bandiera laziale.
Il regolamento Figc prescrive che ogni società ospitante “dovrà mettere a disposizione dieci raccattapalle” e a ciascuno dovrà essere fornito “un pallone”. Sono schierati così: due lungo ciascuna linea di porta, tre lungo entrambe le linee laterali. Il sistema si chiama Multiple Ball Supply System, si vide per la prima volta in una Coppa d’Africa di vent’anni fa: un raccattapalle, un pallone. Ma se la squadra di casa vince è la fine.
Nel 2015 Bari-Latina Primavera fu a tal punto deciso dalle perdite di tempo dei raccattapalle che il giudice sportivo invertì il risultato del campo, dando vittoria a tavolino agli ospiti. «C’era una regia» disse il tecnico del Latina, Marco Ghirotto.
I ragazzi sono selezionati all’interno delle giovanili dei club, ogni società ha un responsabile che decide, sceglie, è un premio spesso ai più bravi, ai più promettenti. Mourinho volle cambiarli, quelli dello United, perché in Inghilterra non sempre escono dalle giovanili, e spesso sono ragazzi a suo dire «troppo poco smaliziati, che non conoscono il gioco». Come se la malizia fosse una regola non scritta, una qualità necessaria, un fondamentale allenabile. La Roma, con Spalletti, puntava anche su di loro. Caprari, all’epoca nelle giovanili, decise un Roma- Palermo mettendo velocemente il pallone alla bandierina. Battuta velocissima, gol di Mancini. Zamparini furioso chiese lo 0-3. Tecnicamente, un raccattapalle non può entrare nel rettangolo di gioco in nessun momento. «Non c’era nulla di organizzato, ma certo, in alcuni schemi ci aiutava la loro celerità» ammette Aurelio Andreazzoli, all’epoca vice di Spalletti.
Un’altra polemica molto romana ha riguardato l’età. Non c’è un limite, ma certo, meno giovani sono, meglio è. Totti aveva 14 anni la notte della finale Uefa tra Roma e Inter del ’91. Spuntano foto di Fabio Cannavaro la domenica del primo scudetto del Napoli. Un giovanissimo Marchisio vide Salas tirare alle stelle il rigore del famoso derby della buca, Juve- Toro 3-3. Pagliuca ammise: «Ho dato uno schiaffo al fratello di Fabio, Paolo, raccattapalle durante un Napoli-Inter». Daniel Passarella, trent’anni fa, prese a calci un ragazzino della Samp troppo pigro: 5 giornate di squalifica. Ma nessuno proverà mai quel che Domenico Citeroni visse ad Ascoli ricacciando fuori un pallone messo in porta da Savoldi. I due si ritrovarono alla Domenica Sportiva e Beppe-Gol gli disse una cosa, una sola: «Pensavo fossi più giovane».