Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  novembre 19 Domenica calendario

Se cambia è Repubblica

Il giornale che troverete mercoledì in edicola è completamente nuovo ma sfoggia lo spirito pionieristico degli albori. Ha il piglio e la personalità del quotidiano corsaro fondato da Eugenio Scalfari che dal 14 gennaio 1976 continua a rivoluzionare il modo di fare giornalismo. Da allora Repubblica non si è mai fermata mostrando di essere sempre pronta al cambiamento e aperta all’innovazione. Un giornale e uno stile di giornalismo che hanno fatto scuola e anticipato i tempi.
Il senso del nuovo cambiamento lo spiega il direttore Mario Calabresi: «È una rivoluzione per tornare alle origini. Repubblica non è nata per raccontare tutto quello che accade ma per suggerire le cose che meritano approfondimenti, quelle su cui vale la pena soffermarsi e discutere. Tornare alle origini significa scegliere». E nel nuovo giornale sarà più facile orientarsi, aiutati da una grafica ariosa, chiara ed elegante. Diventerà così più immediato individuare gli argomenti messi in primo piano, selezionati tra i fatti e i temi del giorno rilevanti. Un esercizio di chiarezza per fornire una bussola a chi legge: «Dobbiamo distinguerci nel mare indistinto della Rete, prenderci la responsabilità di decidere cosa meriti di essere messo in evidenza. Solo così potremo vincere la battaglia dell’attenzione e mettere fine a un certo gigantismo che ha dominato nei giornali» dice Calabresi.
È questa la sfida di oggi: scommettere su un Paese che vuole leggere ed approfondire, che non si accontenta di slogan facili o di fake news spacciate per verità. Per fare questo, per aiutare a riflettere e stimolare il dibattito pubblico, Repubblica allarga lo sguardo sul mondo e sulla politica internazionale e raddoppia lo spazio dei commenti, facendone anche un elemento portante della prima pagina. Una vocazione ad ospitare la voce di studiosi, intellettuali, protagonisti della vita culturale contemporanea che il giornale di Scalfari ha nel suo Dna. La sezione commenti compare già nel primo numero del 1976: la prima volta che una pagina di editoriali di stile anglosassone viene accolta in un giovane giornale italiano. Nell’idea originaria di Scalfari la cultura deve improntare tutto il quotidiano secondo la formula: «Nessun fatto senza un concetto, nessun concetto che non venga materializzato in un fatto». Nasce lo “stile Repubblica”: quello di una testata democratica liberal portatrice di una visione moderna del mondo, ricca di articoli chiari, vivaci, mai paludati. Innovare, capire dove vanno i tempi e se possibile giocare di anticipo. Repubblica ha sempre cercato di fare questo, a partire da quel formato berlinese con cui quarant’anni fa debutta sulla scena editoriale. Quel formato tabloid più piccolo rispetto a quello degli altri giornali ne fa un prodotto diverso, più moderno e più facile da sfogliare. Ma non è l’unica novità. L’idea di trasferire la “terza pagina” e la cultura al centro del giornale fanno scuola, conquistando alla fine degli anni Settanta anche i giovani con l’eskimo.
Con lo stesso spirito nel 1978 Repubblica lancia Satyricon, il primo inserto di un quotidiano dedicato interamente alla satira, mostrando che la vita del paese e del mondo può essere raccontata anche attraverso lo humor, mettendone in evidenza le storture ma con leggerezza. L’interesse dei lettori spinge a investire sui supplementi, tra cui il settimanale culturale Mercurio. Nel 1987, l’anno del sorpasso al Corriere della Sera, sfondando il tetto delle 664 mila copie, arriva in edicola il primo magazine, il Venerdì, proprio a ridosso della nascita di Sette, il settimanale di via Solferino. Il debutto è il 16 ottobre: in apertura un reportage fotografico di Sebastião Salgado dall’inferno delle miniere del Brasile.
Quando nel 1996 Ezio Mauro prende il posto di Scalfari alla direzione del giornale è chiaro fin dall’inizio che l’anima innovatrice di Repubblica è destinata a dare altri frutti. Nel suo editoriale il neodirettore scrive: “Cambiare, restando noi stessi”. Nella primavera dello stesso anno debutta la prima versione sperimentale della pagina web. Il sito ufficiale viene lanciato invece il 14 gennaio 1997, nel giorno del ventesimo compleanno: nel giro di poco tempo diventerà il più importante sito di informazione italiana. La prima redazione, come in ogni cyber story che si rispetti, è in un sottoscala illuminato 24 ore al giorno. Nel 2005 è la volta di Repubblica Radio, la web radio che si trasformerà in Repubblica Tv, la prima tv online di un quotidiano in Italia arrichita nel 2009 dall’introduzione del Visual desk, un settore digitale dedicato a video e immagini. La svolta del colore arriva nel nuovo millennio: di nuovo primi in Italia ad investire sul full color. La cultura, fiore all’occhiello del quotidiano, si arricchisce intanto di iniziative originali: dal Diario (2003), tre pagine dedicate agli approfondimenti sviluppati partendo da una parola chiave, alla Domenica (2004), un contenitore innovativo che si muove tra libri, spettacoli e tecnologia, con illustrazioni che rilanciano la grande tradizione dei settimanali italiani. È il 2007 e Repubblica si sdoppia ospitando al suo interno R2, un giornale nel giornale che dà spazio ai reportage e alle inchieste sui maggiori temi di attualità. Il cambiamento è in linea con l’idea di dar vita a un rotocalco di qualità. E l’ultima creatura del giornalismo di Repubblica, nata un anno fa, è proprio Robinson, l’inserto in cui “la conoscenza diventa esperienza” mettendo al centro i consumi culturali attraverso storie di persone e di luoghi, interviste, recensioni, incontri. La grafica all’avanguardia è già un assaggio di futuro.
Il passo ulteriore è il quotidiano che troverete in edicola mercoledì, con una veste elegante e ariosa, estremamente leggibile, disegnata dall’art director Angelo Rinaldi e Francesco Franchi. Con un nuovo carattere tipografico chiamato Eugenio in onore del fondatore e creato appositamente per il giornale. Da qui si riparte. Da mercoledì la rivoluzione compie il suo giro: torna alle origini per sfidare il futuro.