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 2017  novembre 18 Sabato calendario

Non solo automobili, Musk lancia il camion elettrico a guida autonoma

La Tesla si lancia nel settore dei camion, e non è solo una notizia di colore. Da una parte, infatti, c’è in gioco una rivoluzione tecnologica che promette di cambiare il settore dei trasporti su gomma; dall’altra, 3,2 milioni di posti di lavoro, che nessuno sa bene quale fine faranno.
Giovedì sera Elon Musk ha presentato in California l’ultima creazione della sua azienda, forse finora la più sorprendente. Un «semitruck» completamente elettrico, che può percorrere 500 miglia con un «pieno», trasportando un carico di 36.000 chili. Il tutto raggiungendo la velocità di 60 miglia orarie in 5 secondi senza rimorchio, e in 20 secondi con il massimo peso consentito, ossia un terzo del tempo necessario ad un normale autocarro diesel. Se ciò non bastasse, ogni prototipo avrà in dotazione l’Enhanced Autopilot, ossia il pilota automatico di seconda generazione prodotto dalla Tesla, con l’obiettivo finale di diventare completamente autonomi. La produzione commerciale comincerà nel 2019, e quindi nel giro di un paio di anni questi camion diventeranno comuni sulle nostre strade. Il prezzo non è stato annunciato, ma Elon ha chiarito che non sarà economico: «La roba di Tesla è sempre costosa».
Musk ha presentato la sua ultima creazione come un progresso garantito per la sicurezza. Ogni anno 4000 americani muoiono a causa di collisioni con autocarri, e l’errore umano è la principale ragione. Eliminando tale fattore di rischio, grazie all’uso del pilota automatico, la maggior parte di queste vite potrà essere salvata. Oltre alla sicurezza, però, sono in gioco interessi economici molto importanti. Oggi il 70% di tutti i beni trasportati negli Stati Uniti, cioè 10,7 miliardi di tonnellate quest’anno, viaggia su gomma. Questa attività genera 719 miliardi di ricavi, e secondo le previsioni degli esperti del settore è destinata a crescere del 3,4% annuo fino al 2023.
Affidare i trasporti a camion guidati dai piloti automatici comporterebbe un enorme risparmio, tanto in termini di manodopera umana, quanto in quelli di frequenza delle consegne. Il computer non ha mai bisogno di andare al bagno, mangiare o dormire, e quindi il semitruck della Tesla può essere sempre sulla strada. Nello stesso tempo i percorsi di questi mezzi sono abbastanza facili, in gran parte lungo le autostrade, e quindi più sicuri e semplici da gestire attraverso gli strumenti dell’automazione.
Il problema è che 3,2 milioni di persone lavorano in questa industria, guadagnando in media 34.768 dollari all’anno, cioè l’11% in più della paga media nazionale. Dove andranno a finire? Diventeranno l’equivalente dei minatori della West Virginia, della Pennsylvania o dell’Ohio, che con la loro insoddisfazione hanno aiutato Trump a conquistare la Casa Bianca? Le stime dell’American Trucking Association sono drammatiche. Nel corso del 2017 il turnover tra i camionisti ha raggiunto il 90% del totale, perché si tratta di un lavoro molto logorante, che tiene lontani dalle case e dalle famiglia per mesi. L’Ata prevede che già alla fine dell’anno in corso ci sarà una carenza di 50.000 camionisti. Da un certo punto di vista questa potrebbe essere una notizia positiva, perché gli esseri umani si stanno stancando di fare i guidatori, e quindi i robot potrebbero subentrare nei 300.000 posti di lavoro annui che l’automazione costerà all’intero settore di chi si guadagna da vivere stando al volante. Nello stesso tempo, però, questo mestiere rappresenta la salvezza soprattutto per le minoranze, i neri, gli ispanici, gli immigrati più recenti, che faticano a trovare altro. Il camion di Tesla dunque è una grande novità, facendo però attenzione che porti vantaggi a tutti.