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 2017  novembre 18 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL PROBLEMA DELLE PENSIONICORRIERE.IT Estendere le esenzioni dall’innalzamento dell’età pensionabile anche alle pensioni di anzianità (oltre a quelle di vecchiaia)

APPUNTI PER GAZZETTA - IL PROBLEMA DELLE PENSIONI

CORRIERE.IT

Estendere le esenzioni dall’innalzamento dell’età pensionabile anche alle pensioni di anzianità (oltre a quelle di vecchiaia). E un fondo per stabilizzare l’Ape sociale. Sono le proposte aggiuntive del governo che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sabato ha messo sul tavolo per convincere i sindacati a raggiungere un’intesa sui temi previdenziali nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi. Presenti, oltre al premier, anche i ministri dell’Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti e della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Dall’altra parte del tavolo i tre leader sindacali: Susanna Camusso (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil).

Le proposte del governo

Nell’incontro di sabato, Gentiloni ha confermato il pacchetto di proposte fatte lo scorso lunedì. Gentiloni ha quindi messo sul tavolo le due proposte: l’estensione delle esenzioni dell’innalzamento dell’età pensionabile per i 15 lavori definiti più gravosi anche alle pensioni di anzianità (e non solo alle pensioni di vecchiaia) e l’istituzione di un fondo per i potenziali risparmi di spesa con l’obiettivo di consentire la proroga e la messa a regime dell’Ape sociale. Uno «sforzo significativo» che il governo chiede ai sindacati di condividere. «Vi chiediamo di sostenere questo pacchetto - ha sottolineato il premier -. Sono misure doverose. Tutte sacrosante, di equità sociale e giuste in sé».

La commissione sui lavori gravosi

Il piano del governo prevede l’istituzione di una commissione tecnica di studio «presieduta dal presidente dell’Istat» e composta da diversi rappresentanti (Mef, ministeri Lavoro e Salute, Inps e Inail) ed altri esperti perché porti a termine «la rilevazione su base scientifica della gravosità» delle occupazioni, «anche in relazione all’età anagrafica dei lavoratori»: dovrà terminare i lavori «entro il 30 settembre 2018 ed entro i dieci giorni successivi il governo presenta al Parlamento una relazione sugli esiti dei suoi lavori».

Cgil: proposte insufficienti, ora mobilitazione

La risposta dei sindacati non è uniforme. Se il premier è riuscito a incassare un sì dalla Cisl e un «forse» dalla Uil, non è riuscito però a convincere la Cgil. e ha dovuto concedere un nuovo appuntamento ai tre sindacati il prossimo martedì 21 a Palazzo Chigi.
La leader Susanna Camusso ha definito infatti le proposte del governo «insufficienti» e sottolinea «la necessità che si risponda con la mobilitazione che la mia organizzazione nelle prossime ore deciderà». Dice Camusso: «Il governo ha perso un’occasione di dare risposte ai giovani e alle lavoratrici che hanno discontinuità contributiva». Racconta che il premier «ci ha spiegato più volte che non intende modificare il perimetro delle proposte fatte ma che l’incontro di martedì sarà solo per fare dei chiarimenti: questa ulteriore sospensione temo determini un’ulteriore incertezza perché non c’è la volontà del governo di cambiare il peso delle sue proposte». Perciò, aggiunge, «la valutazione di grande insufficienza che avevamo anticipato viene confermata».

Cisl: andiamo avanti con questo spirito di dialogo con il governo

Annamaria Furlan della Cisl invece ha apprezzato «i due nuovi aspetti aggiunti dal premier: per noi assolutamente importanti e di non poco conto», pur essendoci «ancora alcune cose che vanno chiarite meglio e corrette nel documento del governo, ma per la Cisl è doveroso cercare di portare a casa nella legge di bilancio risultati solidi per i lavoratori: siamo in un momento delicato, a fine legislatura, riteniamo di dover portare a compimento il più possibile l’intesa sulle pensioni». Oggi, dice la Furlan, «noi diamo qualche risposta a chi non ne avrebbe». E quindi «mettere in sicurezza alcune questioni è per noi molto importante, dobbiamo lavorare e andare avanti con questo spirito e con questo rapporto proficuo di dialogo tra il governo e i sindacati». Per il leader della Uil Carmelo Barbagallo, nelle proposte del governo ci sono «alcuni aspetti positivi e altri da approfondire» e chiede «alcune correzioni al testo » e che «fossero chiariti alcuni aspetti sulle risorse in particolare sui giovani e sulle donne.

Padoan: «Miglioriamo posizione pensionistica dei lavoratori»

Le diverse posizioni dei sindacati sono «un rammarico» per il ministro dell’Economia Padoan che sottolinea come «il governo ritenga di aver fatto importanti sforzi». Padoan spiega poi che «nei prossimi giorni metteremo a punto le proposte per un pacchetto che resti compatibile con la legge di Bilancio». Quello presentato sabato dal governo è «un pacchetto importante che contiene misure che migliorano la posizione pensionistica dei lavoratori, fermo restando l’impianto legislativo che per legge richiede un adeguamento dell’età pensionabile». E pure il ministro del Lavoro Poletti spiega che «la possibilità dell’istituzione di un fondo per destinare i risparmi di spesa all’Ape sociale» è «un’implementazione delle nostre proposte, vogliamo continuare con quel lavoro».



REPUBBLICA.IT
MILANO -
Il governo mette sul piatto due nuove proposte al tavolo con i sindacati sulle pensioni: l’estensione dello stop all’aumento dei requisiti anche per le pensioni anticipate, per i lavoratori delle 15 categorie già individuate, e nuove risorse per portare a regime l’Ape social. Un nuovo incontro è stato fissato per martedì 21 novembre a Palazzo Chigi.

"Abbiamo deciso di arricchire il pacchetto di provvedimenti che vi avevamo proposto la settimana scorsa con altre misure di un certo peso", ha detto il premier Paolo Gentiloni. "In particolare: l’estensione dell’esenzione per le 15 categorie anche per le pensioni di anzianità e non solo per quelle di vecchiaia. Ed in secondo luogo l’istituzione attraverso una norma di un fondo con potenziali risparmi di spesa per consentire la  proroga e la messa in regime dell’ape sociale, al termine del periodo di sperimentazione". Il governo ha illustrato e consegnato un documento di tre cartelle ai sindacati che si sono riuniti per valutarlo, facendo riprendere il confronto dopo poco più di un’ora.

"È giusto che vengano attenuati alcuni effetti nell’applicazione e nel metodo di calcolo dell’aspettativa di vita. Tutte cose sacrosante, di equità sociale e giuste in sé", ha spiegato ancora il presidente del Consiglio parlando di "misure doverose". "È un pacchetto di misure importante alla luce delle risorse limitate del bilancio", ha sottolineato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. E il titolare del Tesoro si è detto rammaricato per il fatto che "i sindacati abbiano opinioni diverse sulla bontà del pacchetto proposto: la Cisl ha espresso condivisione, la Cgil invece ha un’opinione di segno opposto. Una posizione intermedia è stata invece presa da parte della Uil".

Pensioni, Padoan: ’’Rammarico per diverse opinioni sindacati’’. Poletti: ’’Continua il dialogo’’
È infatti insoddisfatta la leader della Cgil Susanna Camusso, secondo la quale il governo "ha perso l’occasione di dare risposte" sul tema della pensione dei giovani e delle donne. A suo avviso, dare "una prospettiva previdenziale per le nuove generazioni significa porsi il tema anche della continuità del sistema". Diversamente, si presta il fianco alle critiche di chi afferma che il tavolo si occupa solo degli anziani. Infine, ha detto Camusso, non c’è stata attenzione al lavoro di cura. "Di fronte all’indisponibilità del governo ad affrontare le ingiustizie del sistema - ha concluso - ci sarà la mobilitazione che la mia organizzazione nelle prossime ore deciderà".

Misure, quelle messe sul tavolo dal governo, che la leader della Cisl Annamaria Furlan ha definito invece "importanti e di non poco conto, coerenti con l’impostazione e il metodo che ci eravamo dati nella prima parte dell’accordo sulla previdenza. Oggi diamo qualche risposta a chi non ne avrebbe".

COSA CAMBIEREBBE
Fino ad oggi il governo si era limitato ad escludere 15 categorie lavorative dall’aumento dell’età pensionabile, determinante per accedere alla pensione di vecchiaia, quella che dipende cioè soltanto all’età. Ora l’esecutivo intende - sempre per quanto riguarda le stesse categorie - estendere la salvaguardia anche per chi va in pensione per anzianità contributiva, cioè sulla base degli anni lavorati e dei contributi versati. Per andare in pensione in anticipo rispetto all’età di vecchiaia (con l’ex "pensione di anzianità", oggi pensione anticipata) dal 2019 saranno infatti necessari 43 anni e tre mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne per via dello scatto conseguente all’adeguamento dell’aspettativa di vita, cresciuta di cinque mesi. Al momento per l’uscita anticipata verso la pensione ci vogliono invece 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.

La nuova proposta del governo allarga, quindi, lo stop già proposto per le 15 categorie di lavori gravosi, per i quali è stata già prospettata l’esenzione dall’aumento (sempre di cinque mesi) dell’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni dal 2019. Ad oggi invece l’età pensionabile è fissata a 66 anni e 7 mesi.

L’apertura del governo viene soltanto parzialmente incontro alle richieste dei sindacati che nei giorni scorsi avevano sollecitato da un lato l’estensione della platea dei salvaguardati, non solo quindi alle 15 categorie, dall’altro l’invito a considerare lo stop all’incremento anche per le pensioni cosiddette di anzianità.