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 2017  novembre 18 Sabato calendario

Volkswagen, 70 miliardi per archiviare il caso diesel

Con pragmatismo tipico tedesco, il gruppo Volkswagen in poco più di due anni (da settembre 2015) è riuscito a ripartire dallo scandalo dieselgate, e dal suo pesante fardello di quasi 30 miliardi di dollari tra maxi-multe, risarcimenti milionari, contenziosi infiniti e spese legali a nove cifre. È tornata stabilmente al primo posto nella classifica mondiale dei produttori per numero di veicoli venduti. Ha svoltato decisamente sulla mobilità elettrica e ibrida. Ma non ancora pago, probabilmente, il gruppo tedesco continua a preparare il futuro per confermare la leadership industriale e di mercato anche nei prossimi anni. E lo fa (come anticipato dal Sole 24 Ore il 15 novembre) con un ambizioso piano di investimenti quinquennale varato ieri dal cda che prevede una spesa di 70 miliardi di euro fino al 2022 declinati nei vari marchi del gruppo, dalle utilitarie alle supercar, dalle moto ai Suv, fino ai truck e ai veicoli commerciali: Volkswagen, Audi, Porsche, Skoda, Seat, Man, Scania, Ducati, Lamborghini, Bentley, Bugatti.  
Una cifra enorme. Per la ricerca e sviluppo. Per i nuovi modelli e le nuove batterie. Per ridisegnare gli stabilimenti produttivi, l’organizzazione dei processi e le piattaforme. Con una costante sullo sfondo: la decisa e definitiva virata sulla mobilità elettrica su cui sono impegnati 34 miliardi di euro, quasi metà del piano. Grande attenzione sarà rivolta anche agli investimenti legati alla guida autonoma e ai nuovi servizi di mobilità.
Gli impianti produttivi di Zwickau, in Sassonia, nell’ex Germania Est, dove oggi vengono prodotti i modelli più venduti come la Golf, verranno riconvertiti per produrre le nuove auto elettriche. Il piano Volkswagen per la mobilità del futuro denominato «Roadmap E» punta a 80 modelli elettrificati al 2025, di cui 50 elettrici e 30 ibridi. E punta inoltre a offrire una versione elettrica di ciascuno dei 300 modelli di autoveicoli prodotti dal gruppo tedesco nei suoi tanti brand al 2030. A Zwickau, dove lavorano circa 9mila persone, verrà concentrata la produzione di auto elettriche e ibride. Mentre la produzione di auto con i motori a combustione, diesel e benzina, verrà spostata gradualmente negli stabilimenti sottoutilizzati di Wolfsburg e di Emden. «Vogliamo creare le condizioni per fare di Volkswagen il numero uno dell’auto elettrica da qui al 2025», ha dichiarato il ceo Matthias Müller.
Oltre al dieselgate che ha segnato lo spartiacque per il gruppo tedesco sulle strategie legate ai motori a combustione e all’elettrificazione dei veicoli, ha pesato anche la Cina, primo mercato per l’automotive, con crescite e multipli alla cinese: Pechino ha di recente approvato delle normative più rigide sulle emissioni che prevedono a partire dal 2019 un tetto minimo del 10% per l’offerta di veicoli elettrici e ibridi da parte di ogni produttore. Pena multe o l’acquisto di “quote verdi”. Una scelta obbligata per continuare a competere sul primo mercato del mondo.