Corriere della Sera, 18 novembre 2017
Crudelia o Maleficent? «Lady Tesoro» incoronata la più cattiva del reame
WASHINGTON Louise Linton, moglie del Segretario al Tesoro Steve Mnuchin, scala posizioni sul web: corre per diventare il personaggio più inviso dell’amministrazione, naturalmente a una certa distanza dal numero uno indiscusso, Donald Trump.
Il 21 agosto scorso aveva messo nei guai il marito, pubblicando su Instagram una serie di foto scattate mentre insieme scendevano dal charter di Stato che li aveva scarrozzati in Kentucky: c’è l’eclissi di sole, ce la vogliamo perdere?
Louise, 35 anni, ex attrice di calibro modesto con qualche comparsata in serie televisive come «Csi: Ny» o «Cold Case», è fissata con l’abbigliamento di gran marca. Non è l’unica naturalmente, altrimenti non si spiegherebbero i fatturati miliardari delle case di moda. Ma a leggere certi suoi commenti sui social non ne fa solo una questione di eleganza o di senso estetico. Proprio il giorno della gita a Louisville aveva descritto meticolosamente l’«outfit» dei partecipanti. Un tripudio di sciarpe di Hermes, occhiali da sole Tom Ford e altro ancora. Inevitabile la reazione rabbiosa e corale del web: negli Stati Uniti ci sono 43 milioni di persone che vivono sotto la linea della povertà, non sarebbe il caso di volare più basso? Louise rispose irata: la ricchezza è un segno di nobiltà, il risultato delle maggiori capacità e così via. Poi qualcuno le spiegò che aveva esagerato. Tornò su Instagram e si scusò. Ma da quel momento il suo look è diventato un tema fisso sulla rete e non solo. Ieri il New York Times ha pubblicato un articolo perfido. Punto di partenza, la foto scattata l’altro giorno nella Tipografia federale. I coniugi Mnuchin osservano la lenzuolata di biglietti da un dollaro con uno sguardo un po’ troppo proprietario: sono le prime banconote con la firma del nuovo Segretario del Tesoro. Louise si è sfilata un guanto per toccarli. «Che cosa voleva comunicarci la signora Linton?», scrive Vanessa Friedman sul New York Times, «tutta vestita di nero, con lunghi guanti in pelle da dominatrice, la lunga gonna nera in pelle, l’ampia cintura nera in pelle, la giacca nera e i tacchi a spillo neri?» Le risposte della giornalista seguono l’onda del web. «È il modo in cui si vestono i malvagi ovunque, dai nazisti generici con i loro trench di pelle nere fino a Hermann Göring, con i suoi stivali neri». Oppure, altre ipotesi: «The Terminator, (Prima versione)», «Darth Vader», il cattivo di Guerre Stellari. O ancora, sempre dal quotidiano americano: «Potrebbe suggerire anche ambiguità morale, come “Catwoman”, e ribellione, come in “Matrix”…. È l’uniforme base della dominatrice dello schermo, la sadica, l’affiliata di una gang di motociclisti». Si chiude con l’ultimo paragone: «Si è posizionata come Angelina Jolie in Maleficent». Poi ci sono i commenti su Twitter. Uno per tutti: «Louise Linton sembra che stia per usare quei dollari per comprare i 101 dalmata».
Troppo? Per ora non è dato sapere se esista anche un’altra Louise. Nella sua biografia si legge: ha perso la madre quando aveva 14 anni e, diciottenne, ha trascorso dodici mesi da volontaria in Zambia.