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 2017  novembre 18 Sabato calendario

La mente dell’attentato a Barcellona era un informatore degli 007 spagnoli

BARCELLONA È intervenuto da Bruxelles anche l’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, sull’ipotesi che Abdelbaki Es Satty, l’imam di Ripoll (un comune a nord di Barcellona) a capo della cellula terroristica responsabile del massacro sulla Rambla di Barcellona, tre mesi fa, fosse anche un informatore dei servizi segreti spagnoli. «Mentre la Spagna non perdona il successo della polizia catalana, Rajoy ha messo fine alla sua autonomia» ha twittato Puigdemont, a commento di una notizia che presenta ancora molti punti oscuri. 
Secondo il quotidiano online Okdiario.com, le indagini in corso sull’attentato sulla Rambla del 17 agosto scorso, quando un furgone guidato dal 22enne Younes Abouyaaqoub falciò i passanti per oltre mezzo chilometro, uccidendone 14 e ferendone più di cento, hanno portato a un’altra inchiesta sui rapporti tra il mandante, l’imam Abdelbaki Es Satty, e il Cni (Centro Nacional de Inteligencia), coperta però dal segreto istruttorio, come ha confermato il portavoce del governo, Íñigo Méndez de Vigo.
Ma circolano già parziali ammissioni su quei contatti. Abdelbaki Es Satty era stato arrestato nel 2010 mentre trasportava un carico di hashish su un traghetto tra Ceuta, enclave spagnola in Marocco, e Algeciras, vicino a Cadice. Si era difeso sostenendo che ambienti jihadisti lo avevano costretto al narcotraffico. Il particolare aveva risvegliato l’interesse della polizia nazionale e dei servizi di intelligence che lo avevano avvicinato nella prigione di Castellón per saperne di più e proporgli di diventare un informatore. 
All’uscita dal carcere a fine pena, nel 2014, Abdelbaki Es Satty si era radicalizzato davvero. Ma il suo eventuale impiego a pagamento per gli 007 spagnoli, per ora, è coperto da segreto. Quanto a lui, non può più raccontarlo, perché è morto il giorno prima dell’attacco sulla Rambla e del secondo attentato sul lungomare di Cambrils, nell’esplosione di una villetta che aveva trasformato in laboratorio di dinamitardi, ad Alcanar, in provincia di Tarragona. Gli investigatori trovarono traccia di almeno cento chili di Tatp, il perossido di acetone, un esplosivo primario più devastante della nitroglicerina. 
Rimasti senza il loro capo, i superstiti della cellula terroristica avevano affrettato le loro missioni con i mezzi rimasti: il furgone lanciato da Abouyaaqoub sulla folla della Rambla e un’auto, con cui altri cinque jihadisti hanno cercato poche ore dopo di travolgere il maggior numero di persone a Cambrils, prima di essere uccisi dai Mossos d’Esquadra. 
Due giorni fa, un altro mistero: dai tabulati del cellulare di Abouyaaqoub risultava una telefonata di quattro minuti in arrivo dalla centrale dei Mossos, due ore prima che piombasse sulla Rambla. Spiegazione: gli agenti cercavano il proprietario di un’auto danneggiata dall’esplosione di Alcanar, ma al telefonino aveva risposto un famigliare del terrorista.