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 2017  novembre 17 Venerdì calendario

Carta bianca sullo staff e politiche per i vivai. Le condizioni di Ancelotti

Grandi manovre per una partita doppia. Così mentre Coni, ma anche Palazzo Chigi, osservano senza poter intervenire (il rispetto di ruoli e funzioni è ben chiaro) dentro al palazzo del calcio italiano si va verso la resa dei conti.
Lunedì è il giorno della fiducia al presidente Carlo Tavecchio e, ad alzata di mano, le componenti del governo federale dovranno votare nomi e programmi. I nomi, o meglio il nome, è quello del ct che deve prendere per mano una Nazionale senza Mondiali: Carlo Ancelotti è la carta sul tavolo messa da Tavecchio per ripartire. A che punto è, se c’è già, la trattativa con l’ex tecnico del Bayern Monaco? I più maligni raccontano di un Ancelotti strattonato fra chi gli chiederebbe di manifestare la propria indisponibilità a ricoprire il ruolo di ct fino a quando la governance federale rimane quella attuale e chi di manifestarla a prescindere in modo da mettere, in entrambi i casi, in difficoltà Tavecchio e la sua forza attrattiva. Di fatto, Ancelotti (i contatti, anche con collaboratori, o ex, della Figc sono andati avanti nella notte visto il fuso orario con il Canada) è disponibile ad ascoltare il rinnovato programma della Figc: per chi, come lui, ha vissuto un’esperienza in Spagna, al Real Madrid, le seconde squadre dove far crescere i giovani sono fondamentali, oltre a poter avere carta bianca su tutto, scelta di un ex campione come figura di riferimento in Figc compresa.
Nostalgia di Conte
L’eventuale sì di Ancelotti ha un costo ed un costo elevato per i parametri federali. Così, all’interno delle varie componenti della Federcalcio c’è chi spinge per un ritorno all’antico: richiamare Antonio Conte, ripetendo anche economicamente l’operazione dell’estate 2014, quando all’attuale tecnico del Chelsea furono versati più di 4 milioni a stagione. Conte, per qualche consigliere federale, avrebbe un pregio che Ancelotti non ha: il saper lavorare con qualsiasi materiale umano, mentre l’ex allenatore bavarese ha dimostrato di saper vincere tutto, ma di farlo con giocatori con un peso specifico di rilievo. Ancelotti è libero, però. Conte no, come Claudio Ranieri, il primo della lista nel settembre dello scorso anno – rifiutò per continuare l’avventura al Leicester, poi naufragata – e, ora, pronto a spezzare il proprio legame con il Nantes per l’azzurro.
Riequilibrio dei ruoli
La partita di Tavecchio è doppia perché, a lui, le leghe chiedono uno rinnovato slancio riformista, ma anche un riequilibrio di ruoli e posizioni al vertice federale. Il numero uno rischia la defenestrazione? Sì, se il consenso al suo programma non sarà ampio: i Dilettanti, grandi elettori di Tavecchio, potrebbero cambiare fronte se la Lega di C rimanesse saldamente sull’Aventino. «Non è il momento delle maggioranze risicate...», il passaparola.