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 2017  novembre 16 Giovedì calendario

La Germania si ritrova con un esercito di barboni

Mentre il «regno» della cancelliera Angela Merkel traballa al trascinarsi delle trattative per la formazione di una nuova coalizione di governo, la Germania si riscopre più debole del previsto sul lato sociale, nonostante resti il Paese dai fondamentali più solidi dell’Unione Europea, in quanto a produzione e occupazione. 
La doccia fredda è arrivata con la pubblicazione degli allarmanti dati dell’Ufficio Federale del lavoro e delle politiche abitative, o Bagw, secondo cui i senzatetto tedeschi, già numerosissimi rispetto alla media Ue, sono perdipiù aumentati di ben il 150% in appena un biennio. Nel 2014 erano infatti 335.000, già un record europeo in proporzione alla popolazione, con una percentuale dello 0,42% rispetto a 82 milioni di abitanti, fra tedeschi e immigrati. Alla fine del 2016 erano già diventati qualcosa come 860.000, cioè quasi l’1,1% (1,075%) della popolazione. E non è tutto, poiché gli esperti paventano lo scenario ancor più catastrofico di ben 1,2 milioni di barboni già entro la fine del 2018, ovvero fra un anno. Un numero che equivarrebbe all’1,5% dei residenti in Germania. 
Per capire la dimensione del problema, si faccia un confronto coi alcuni paesi occidentali. Tenendo presente che si tratta di dati Ocse e risalenti al 2015, ma grossomodo ancora validi dopo un biennio, in Francia i «barboni», o clochard in omaggio al costume parigino, sarebbero 141.500, cioè lo 0,22% della popolazione. In Gran Bretagna se ne contano 250mila, un tasso di «homelessness» dello 0,38% comunque non alto come quello germanico. Quanto all’Italia, si parla di circa 50mila persone, un relativamente modesto 0,08% dovuto probabilmente alla più forte tenuta familiare e parentale del nostro tessuto sociale. 
Andando oltreoceano e guardando agli Stati Uniti, i senzatetto sono un esercito di 564mila sventurati, ma poiché la popolazione statunitense supera ormai i 300 milioni, il tasso è relativamente moderato, sullo 0,18%. Per trovare proporzioni peggiori di quelle tedesche bisogna andare in paesi dell’Est o del Terzo Mondo. Le cause dell’emergenza sono duplici. Anzitutto il governo di Berlino ha più che dimezzato nell’arco degli ultimi 25 anni i suoi stanziamenti per l’edilizia popolare, da 2,9 a 1,1 milioni l’anno, il tutto mentre gli affitti sono molto aumentati negli ultimi anni incrementando le difficoltà per singoli e famiglie. E poi a dare il colpo di grazia è arrivata, come volevasi dimostrare, la bella pensata delle porte aperte e dell’accoglienza della Merkel. L’immigrazione di massa ha reso ancor più affollato un Paese che già ha una densità abitativa superiore a quella italiana, 230 abitanti al chilometro quadrato contro i 200 del Belpaese, scatenando una competizione fra tedeschi e stranieri per le case a basso prezzo. Infatti, degli 860mila senzatetto al 2016, andando bene a guardare, salta fuori secondo la Bagw, che poco più della metà, 440mila, sono proprio i profughi che Berlino ha voluto far entrare a tutti i costi per poi non riuscire a stipare interamente nei centri d’accoglienza. Quasi altrettanti, 420mila, sono comunque i barboni tedeschi doc, già un numero imponente di per sé, che ora si ritrovano più che mai sull’orlo di una vera «guerra fra poveri» che in futuro potrà solo peggiorare. 
Anche se esiste un sussidio di disoccupazione noto come Harz IV, è spesso insufficiente a coprire gli affitti, specialmente se una persona vive da sola. Il mercato immobiliare tedesco, inoltre, è in ritardo poiché i costruttori seguitano a privilegiare appartamenti grandi e costosi, facendo sì che in molte città, come la stessa Berlino, solo un 30% di domande di case piccole ed economiche sia soddisfatto. Il tutto è peggiorato dal fatto che comincia a farsi sentire il problema del perdere il lavoro a un’età critica sui 60 anni, oltre a una certa compressione degli stipendi per le mansioni non specializzate. Insomma, seppure come sistema resti più robusta dell’Italia, anche la Germania ha le sue magagne.