La Stampa, 17 novembre 2017
Nato con il Jazz. L’omaggio del festival di Moncalieri al maestro Trovajoli, classe 1917
Era nato insieme al jazz, Armando Trovajoli. Proprio in quel 1917, una formazione di musicisti bianchi di New Orleans guidata da Nick La Rocca incideva il primo disco jazz della storia, «Livery Stable Blues». In quello stesso anno nascevano Ella Fitzgerald, Thelonious Monk e Dizzy Gillespie. Non è quindi un caso che sia stato il jazz la sua prima passione. L’ascolto di «Mood Indigo» alla radio lo folgorò ancora tredicenne. Da lì la sua carriera avrebbe imboccato la strada di quel nuovo genere musicale così elegante e rivoluzionario, portandolo ad affermarsi come il personaggio di maggior rilievo del jazz italiano anni Trenta.
Tra i mostri sacri
Per questo (e per molto altro) il Moncalieri Jazz Festival dedica a Trovajoli una serata alle Fonderie Limone, sabato 18 novembre. Un omaggio che traccia un percorso all’interno della carriera del maestro romano, testimoniandone l’evoluzione artistica e rivisitandone il vastissimo repertorio. «È stato uno dei grandi della nostra musica, nonché un eccellente pianista. Meritava di stare a fianco dei tre mostri sacri del jazz nell’anno dei festeggiamenti per i loro cento anni» spiega Ugo Viola, creatore (e direttore artistico) del festival musicale moncalierese, giunto quest’anno alla ventesima edizione.
Figlio di un violinista del cinema muto, Trovajoli ebbe proprio in suo padre il primo insegnante di musica, che a quattro anni lo mise davanti a un violino e a sei a un pianoforte. Seguirono una formazione classica e il diploma a pieni voti all’Accademia di Santa Cecilia.
Colonne sonore
Il cinema comparve nella sua vita all’improvviso, nel 1951, con il brano «El Negro Zumbon», ballato da Silvana Mangano in «Anna» di Lattuada. Da lì una successione di partiture memorabili: per Comencini, De Sica, Risi, Magni. Ed Ettore Scola, per il quale avrebbe composto le musiche di quasi tutti i film. Da «Ieri, oggi, domani» a «I mostri», da «Matrimonio all’italiana» a «Nell’anno del Signore», da «C’eravamo tanto amati» a «Profumo di donna», Trovajoli ha accarezzato con le sue partiture i migliori cinquant’anni della storia del cinema italiano. Celebri anche le sue incursioni nel teatro musicale a fianco di Garinei & Giovannini, per i quali creò melodie indimenticabili come «Roma nun fa’ la stupida stasera» (dal «Rugantino») e «Aggiungi un posto a tavola».
«Della sua musica colpisce a un primo ascolto la melodia molto semplice e orecchiabile, ma se si presta attenzione, dietro di essa si nasconde un’armonia elaborata e raffinatissima» osserva il trombettista Fulvio Chiara, che ha curato l’arrangiamento in chiave jazz delle partiture di Trovajoli. «La sua musica è perfetta per una contaminazione tra l’orchestra e un quartetto jazz, per mescolare il suono del violoncello con quello della tromba», gli fa eco Stefano Fonzi, che ha curato gli arrangiamenti orchestrali e che per l’occasione dirigerà gli archi della Filarmonica di Torino. Un’ora e venti di concerto, che verrà accompagnato dalla voce dell’attrice moncalierese Sara D’Amario, che interpreterà brani tratti dal libro di Alfredo Gasponi «Trovajoli racconta».