Corriere della Sera, 17 novembre 2017
Foto d’epoca, grafici e siti interattivi: i ragazzi scoprono i segreti del gas
La terza B di un liceo scientifico di Varese smette di scatenare tutto il proprio caos euforico, tipico delle gite scolastiche fuori porta, quando sbatte sulle mille lucine del grande quadro sinottico della rete nazionale dei gasdotti, che è stato per quasi trent’anni il cervello del sistema gas italiano. Lungo 33 metri è composto da 16 pannelli funzionanti. È stato utilizzato a Metanopoli, a San Donato, dal 1985 e staccato nel 2012, quando l’azienda si è dotata di un nuovo sistema più all’avanguardia. Una specie di organismo vivente, che consentiva di mappare tutto quello che succedeva alla rete in ogni momento, indicando in sintesi i punti di ingresso del metano nella Penisola, gli impianti di compressione e tutte le informazioni di processo utili nell’operatività quotidiana. È il cuore pulsante della mostra «Re-Source. Il gas naturale nel futuro dell’energia» che Snam ha organizzato al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia «Leonardo da Vinci» di Milano. Una mostra per festeggiare i suoi 75 anni e raccontarsi fin dalle sue origini, quando nacque nel 1941 per portare l’oro blu alle imprese manifatturiere attive soprattutto nella Pianura Padana.
Una mostra che è un po’ anche un viaggio nella storia e che resterà esposta fino al 6 gennaio, ma in futuro potrebbe diventare itinerante in Italia per via del suo carattere divulgativo. E qualcosa resterà anche al Museo che, come donazione, riceverà il quadro sinottico che verrà allestito nella sala dell’energia. Una mostra che corre in parallelo al libro omonimo, edito da Rizzoli e curato da Paolo Mieli insieme all’economista ed esperta di energia Daniela Viglione.
Un lungo pannello che riempie la curva della grande sala racconta, attraverso immagini storiche, la metanizzazione dell’Italia, decade per decade, attraverso l’epopea delle reti. Una storia italianissima che nasce dalle intuizioni, non lontano da qui, di Volta e Spallanzani. Ma la mostra è anche una continua metafora di un mondo alimentato a gas. Lo scopo diventa automaticamente didattico, per imparare qualcosa sbirciando tra didascalie, dato che, nelle scuole, di energia e soprattutto di gas si parla sempre piuttosto poco. E così si alternano i pannelli dedicati alle origini fossili del gas naturale, alla sua composizione chimico-fisica e alle sue caratteristiche, e infografiche che espongono come è fatto, come si forma, dove si trova e a cosa serve.
Il racconto scava nel passato, fino al 1944, con la scoperta dei giacimenti lungo la via Emilia. Gli oltre 250 chilometri di rete già in esercizio nel 1948. Il ruolo di Enrico Mattei, che assunse la presidenza di Snam fino all’anno della sua morte, nel 1962. E poi i tempi recenti, con la liberalizzazione del mercato del gas e la quotazione alla Borsa di Milano (nel 2001).
L’angolo più affascinante e cinematografico è la sezione «Il gas racconta»: su un puzzle di schermi vengono proiettati lungometraggi di fantascienza al limite dello psichedelico, campagne pubblicitarie della storia di Snam, a partire da quel «Il metano ti dà una mano» che ha fatto epoca. Ci sono poi scatti rarissimi, recuperati da un grande lavoro d’archivio di un giovane Giuseppe Tornatore in Siberia. Una storia di comunicazione importante.
Tutti gli schermi didattici sono touch, per essere a misura di Paolo e Lorenzo, due fratelli neanche 13enni che da grandi sognano di fare gli ingegneri e che muovono le icone disegnate ripetendo ad alta voce i numeri del passato che diventano anche prospettive per il loro futuro, fatto di alternative «più pulite». Al tavolo multitouch si esplora questo mondo che funziona a gas, gli utilizzi innovativi del combustibile, i suoi benefici in chiave ambientale e i prossimi orizzonti del gas rinnovabile, nel quadro della decarbonizzazione del pianeta.
Ogni attività lanciata sul grande schermo touch fa «cantare» le mucche (tra le artefici del bio metano), ma anche i razzi, i trattori o le navi fra le onde. In tanti rimangono colpiti da piccoli dettagli che nemmeno immaginavano su questo universo. Alcuni ragazzi indicano una serie di notizie di approfondimento, in stile «strano ma vero» che evidenziano storie che stimolano la curiosità. Sembra stiano giocando a Trivial, facendo gara a chi ne sa di più. Marco e Alice se ne vanno colpiti, hanno ribaltato la loro più grande certezza: il gas non puzza come pensavano. Quell’odore viene aggiunto per riconoscere le fughe. L’hanno letto in un cartello informativo entrando alla mostra. L’obiettivo è centrato: non si poteva dare per scontato che tutti sapessero cosa c’è dentro il metano.