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 2017  novembre 17 Venerdì calendario

Leonardo batte tutti. Il «Salvator Mundi» venduto all’asta. Cifra record: 450 milioni di dollari

Il Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci è stato battuto da Christie’s a New York per 450 milioni di dollari, diritti d’asta compresi (per l’esattezza 450.312.500). Il dipinto, battuto in un incanto che comprendeva anche Sixty Last Suppers di Andy Warhol (60,8 milioni) diventa così l’opera d’arte più costosa della storia. Finora il primato in asta apparteneva a Interchange di De Kooning (300 milioni di dollari). A seguire Les Femmes D’Alger (Version “O”) di Picasso (179,4) e Nu couché di Modigliani (170,4).
L’opera è stata messa in vendita tramite Christie’s da Dmitrij Evgen’evic Rybolovlev, l’imprenditore russo proprietario del Monaco, squadra per la quale ha speso 155 milioni per calciatori come Radamel Falcao, James Rodriguez e Joao Moutinho prima di cedere il talentino Kylian Mbappé allo sceicco proprietario del Paris Saint-Germain per 180 milioni di euro. Il magnate aveva acquistato il Salvator Mundi nel 2013 per 127,5 milioni di dollari dall’art-dealer svizzero Yves Bouvier. Tutto questo a riprova che l’arte è entrata nell’universo della finanziarizzazione e le opere sono scambiate al pari di future, hedge fund o calciatori. Nella collezione del multimiliardario, al centro di controversie, figurano anche Gauguin, Picasso, Rodin, Matisse a Rothko. La figlia, Ekaterina, nel 2008 acquistò parte della Maison de L’Amitié di Palm Beach da Donald Trump.
L’asta dell’opera d’arte più costosa della storia è durata 19 minuti. Applausi e fischi hanno attraversato la sala quando i rilanci hanno raggiunto i 200 milioni, tanto che il banditore, il Christie’s Global President Jussi Pylkkänen, ha dovuto zittire la sala. Gli offerenti hanno duellato con rilanci da 10 milioni fino ai 250. Arrivati a 300 milioni Pylkkänen ha detto: «Aspettiamo ancora, il momento è storico». Così si è ripresi a salire velocemente sino a 352 milioni quando Pylkkänen si è fermato a bere un sorso d’acqua. Il bid vincente è arrivato, però, via telefono con Alex Rotter (presidente del dipartimento arte contemporanea di Christie’s) e non da una speciale «paletta rossa» riservate ai bidder in sala.
«È l’ambizione di ogni banditore vendere un Leonardo», ha dichiarato Pylkkänen dopo la vendita. «È meraviglioso che un old master sia al centro di tanta attenzione». Questa affermazione è stata ribadita anche dall’esperto italiano Pietro Marani, per il quale la cifra è «un po’ folle, ma spero che il nuovo proprietario non tenga l’opera in un caveau». Il Ceo di Christie’s, Guillaume Cerutti, ha dichiarato di non sapere «se il compratore (lui o lei) vuole rendersi pubblico». La possibilità che l’acquirente possa essere un museo privato, come da speculazioni negli Stati Uniti, non è confermata.
Inutile ricordare le vicende di questo dipinto ad olio su tavola di 65,5 x 45 centimetri che era nelle collezioni reali inglesi. Si credette perduto, quindi fu acquistato nel 1958 a 45 sterline ed è entrato infine al centro di una stupefacente rivalutazione a partire dalla mostra alla National Gallery del 2011 Leonardo da Vinci: Painter at the Court of Milan, che lo espose come un autentico. Alcuni esperti, tuttavia, continuano a pensare che possa trattarsi di una gigantesca operazione commerciale.