Il Sole 24 Ore, 17 novembre 2017
Leonardo, record da 450 milioni. Asta storica per il discusso «Salvator Mundi»
Osservato dalla terra del Rinascimento il risultato non era così scontato. I 450,3 milioni di prezzo d’asta aggiudicati mercoledì sera da Christie’s a New York, si sono giocati tutti sull’attribuzione dell’opera a suon di rialzi da 5 o 10 milioni per 20 minuti serrati tra due compratori al telefono: uno con l’esperto di arte antica e l’altro con quello di contemporaneo, risultato poi vincente. Il Cristo benedicente è un’icona assoluta senza tempo e per questo offerta in un’asta serale di arte del dopoguerra e contemporanea per avvincere il meglio del collezionismo internazionale. Dopo un tour a Hong Kong, San Francisco e Londra, è arrivato a New York, dove l’opera per dieci giorni è stata esposta. Una vittoria del bello e del mistero che sempre Leonardo ha saputo suscitare con le sue opere. Nessuna disclosure su chi l’ha comprata, di certo la rivedremo solo in future mostre.
Il lavoro di riattribuzione è partito da lontano, quando nel 2005 la tavola viene rilevata per un pugno di spiccioli (10mila dollari) in un’asta immobiliare negli Stati Uniti da un trio di dealer di New York, Robert Simon, Alex Parrish e Warren Adelson, che intravvedono la firma del maestro da Vinci dietro a un’opera descritta come «cupa e rovinata» dai testimoni dell’epoca. A seguito del processo di restauro, ottiene l’autenticazione e la datazione 1500 circa, e soprattutto la “consacrazione” come tavola di Leonardo nella mostra alla National Gallery di Londra «Leonardo da Vinci: Painter at the Court of Milan» nel 2011-2012. Lo studioso di Leonardo Martin Kempt, Carmen C. Bambach, esperta del Met New York, e Pietro C. Marani, specialista del maestro, la accreditano. In passato l’opera era stata associata alla mano di Bernardino Luini e di Antonio Boltraffio (allievo di Leonardo). I passaggi per arrivare con successo sul mercato sono stati compiuti e in trattativa privata l’opera viene ceduta per 127 milioni di dollari dal dealer Yves Bouvier all’oligarca russo Dmitry Rybolovle, attuale venditore. Ora con il nuovo passaggio di mano la storia continua.