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 2017  novembre 16 Giovedì calendario

La moglie di Brizzi e le accuse in tv. «Possono distruggere un uomo»

ROMA Il tono è delicato, come delicata è lei con i suoi occhioni azzurri sgranati verso il mondo. Il dolore di Claudia Zanella, però, si percepisce dentro ogni riga della lunga lettera che ha scritto ieri ai giornali. Inevitabile, la sofferenza. La moglie di Fausto Brizzi su questa brutta storia di molestie che ha letteralmente travolto il marito ha voluto dire la sua. Per la prima volta. La sua lettera è uno sfogo. Lo sfogo di una donna giovane e bella. Di una mamma di una bambina piccola. Di una moglie finita in un tritacarne, senza preavviso.
«Ho iniziato a fare l’attrice a undici anni, oggi ne ho 38. In questi anni mi è capitato di sentire di tutto, racconti di produttori su attori e attrici, abusi di potere da parte di registi e casting (uomini e donne), avance ricevute poco gentili e decisamente fuori luogo. Ho anche conosciuto attori e attrici alla ricerca di notorietà a tutti i costi».
Delicata e pacata, Claudia Zanella prosegue tuttavia con decisione: «Se buona parte di tutto ciò che ho sentito ed è circolato nel nostro mondo fosse vero, da essere umano profonda-mente rispettoso del prossimo, ne sarei profondamente disgustata. Però deve esserci una distinzione: davanti alla violenza o all’abuso dobbiamo correre dai carabinieri a denunciare; davanti a un approccio non gradito, invece, dobbiamo rispondere con un secco “no” e andarcene, come ho fatto io stessa molte volte in questi anni nell’ambiente del cinema, della televisione, della moda».
Il tono è delicato, come lo è il suo viso affilato e morbido, ma netta è la difesa dell’uomo che ha sposato poco più di tre anni fa su una spiaggia, in riva al mare, in mezzo alle dune. «Mi addolora molto ascoltare le accuse che sono state rivolte a Fausto in questi giorni perché non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite. Mi dispiace anche perché, a prescindere dal fatto che l’imputato in questo tribunale mediatico sia mio marito, non trovo affatto corretto per nessuno essere descritto come il peggiore dei criminali».
Suo marito Fausto è stato accusato in televisione da dieci ragazze di pesanti molestie durante i provini, anche se soltanto due si sono presentate a volto scoperto e con la voce non contraffatta. In realtà alcune studentesse di recitazione di Actor’s Planet (da cui poi il regista è stato allontanato, come ha spiegato la direttrice Rossella Izzo) hanno raccontato al settimanale Grazia di aver subito lo stesso tipo di approccio. E poi c’è una tatuatrice, Vanya Stone, che ha spiegato di aver presentato due anni fa un esposto per molestie contro il regista: «Mi chiamò per un provino, fui costretta a fuggire». All’epoca dei fatti, le risposero però che non c’erano prove e che non si poteva agire.
Claudia Zanella non ha dubbi: «Si può e si deve dire di no davanti all’avance di un produttore o di un regista importante, se questo non ci piace...». E, ricorda, «Fausto ha ribadito più volte di non aver mai avuto rapporti non consenzienti». Non è facile per una moglie giovane e bella (hanno 11 anni di differenza Claudia Zanella e Fausto Brizzi), scrivere quello che ha scritto lei nella lettera: «Se mio marito ha avuto rapporti con altre donne nel corso del nostro matrimonio, voglio parlarne da sola con lui, nel nostro privato. In questo momento gli sono vicina perché così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili».
È la mamma di una bimbetta nata un anno e mezzo fa Claudia Zanella, Penelope Nina il nome della piccola che da molti giorni non può andare al parco. Scrive la sua mamma nella lettera: «Sono madre di una meravigliosa figlia femmina, e devo esserle di esempio». Ma non deve essere facile per lei in questi giorni essere sorridente nella sua casa in un bel quartiere di Roma con il terrazzo coltivato come un orto, famosa Claudia Zanella per la sua disciplina vegana. «Sono barricata i casa da cinque giorni e non posso nemmeno portare mia figlia di un anno e mezzo al parco, perché sotto al nostro portone ci sono giornalisti e paparazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte». La chiusa della lettera di Claudia Zanella è un monito: «Anche questo assedio può essere considerato una violenza sulle donne, in questo caso io e mia figlia».