la Repubblica, 15 novembre 2017
Così i senatori dettarono la formazione
MILANO Disse Ventura alla vigilia della batosta con la Spagna, madre naturale dell’impensabile disfatta ultima e definitiva, che al Bernabeu non c’erano coccodrilli. Invece la Nazionale li vide, con le sembianze di Isco e Asensio, e fu davvero l’inizio della fine. Non è infatti per convenzione che si fa risalire a quel doloroso 3-0 nello stadio del trionfo dell’82, allegoria del rimpicciolimento di un’Italia che fu gigante ed è diventata lillipuziana, l’avvio di un incubo durato due mesi e mezzo: appena 3 gol in 6 partite, fino al pareggio senza reti che ha deciso lo spareggio. A Madrid il ct ha cominciato a perdere concretamente potere e credibilità all’interno della squadra, in un crescendo che nei giorni dei play off ha toccato vette mai raggiunte.
«Se mi dipingono come un vecchio rimbambito, qualcuno poi può pensare che io lo sia». La frase, al ritorno dalla Spagna, sembrò riferita alle critiche, in verità mediamente composte, che il suscettibile Ventura riteneva eccessive: erano la sua ossessione, insieme alla convinzione che qualcuno spiasse i suoi allenamenti. Ora si capisce che alludeva al progressivo scollamento dal gruppo, fenomeno allora già in atto, del quale non mancano copiosi esempi. Si va dall’insofferenza di Barzagli per un allenamento a Coverciano, interrotto per sopire i contrasti, alla scena più emblematica, il rifiuto di De Rossi di iniziare il riscaldamento per l’eventuale ingresso in campo nel ritorno del play off con la Svezia, passando per l’arcinota riunione del Filadelfia, con i senatori ad arringare i compagni sul valore della maglia azzurra e il ct fuori dallo spogliatoio.
Ma l’apice sarebbe stato raggiunto sabato scorso alla Pinetina, con la squadra che chiede durante la riunione tecnica il 3-4-3. Il ct si sarebbe stizzito: «Allora fatela voi la formazione e io mi dimetto». A San Siro ha riproposto il 3-5-2, con anomalie vistose, data la necessità di segnare. La più evidente: il destro naturale Darmian a sinistra, sulla fascia prediletta da Insigne, il migliore del campionato per rendimento lasciato in panchina dopo avere giocato a Solna per un solo quarto d’ora da interno («mi ha detto di mettermi qui», il labiale della spiegazione a un compagno). I tre difensori sono rimasti in campo fino alla fine, l’esterno Bernardeschi è entrato per fare la mezz’ala, El Shaarawy è entrato troppo tardi. L’Italia è uscita ai play off e Ventura da una Nazionale che dal Bernabeu in poi ha cominciato a respingerlo.