ItaliaOggi, 15 novembre 2017
Diritto & Rovescio
Il giornalismo non sta troppo bene. Non solo perché diminuiscono i lettori ma anche perché i giornalisti (specie quelli più giovani che sgomitano per apparire in fretta) spesso producono le fake news che, in quanto professionisti della comunicazione, dovrebbero contribuire a sconfiggere. Un tempo, ad esempio, i colpevoli o i ladri venivano sbugiardati leggendo faldoni e spulciando bilanci. Adesso invece si preferisce inseguirli per strada col microfono in mano. La novità adesso è l’intervista alla persona sbagliata. Un giornalista aveva intervistato un vecchio Pci credendolo un vecchio Dc. Avevano lo stesso cognome ma il nome diverso. Ed era chiaro che le sue dichiarazioni fossero sorprendenti. Ieri, un altro giornalista ha annunciato affermazioni di un celebre sondaggista che erano di un altro. L’interessato ha protestato dicendo: «Non sono mie queste affermazioni». Il giornalista, tarantolato nella sua deontologia (?) grida: «Ho la registrazione!». Ma poi, con la coda tra le gambe, deve ammettere che si era sbagliato e aveva intervistato un altro.