Corriere della Sera, 15 novembre 2017
«Le accuse a Brizzi? Io non ci credo ma mai dire mai»
ROMA «Con me Fausto è sempre stato un pezzo di pane», racconta Federica Lucaferri, 21 anni, attrice romana che insieme con Brizzi ha girato sia Poveri ma ricchi che il sequel, in cui è ancora Tamara, figlia del mozzarellaio arricchito Danilo Tucci da Torresecca (Christian De Sica), pazza di selfie e di social network.
La Warner Bros Italia però ha deciso che «Poveri ma ricchissimi» uscirà sì, il 14 dicembre, ma senza il credit del regista, con cui non intende lavorare mai più.
«Loro li capisco, in parte, perché la verità non è stata ancora accertata, però mi dispiace: Fausto ci credeva tanto in questo film, si parlava già del terzo».
Non dopo che dieci ragazze lo hanno accusato di molestie sessuali. Avrà visto il filmato delle «Iene».
«Sì e sono rimasta abbastanza scioccata, quello che conosco io è un uomo gentile, paterno, disponibile e molto a modo».
Crede alle accuse contro di lui?
«Non ci credo. Però nemmeno posso metterci la mano sul fuoco, non è mica mio fratello».
Il suo provino con Brizzi com’è stato?
«Normalissimo. Anzi, al primo – era il 19 luglio del 2016, me lo ricordo benissimo – sono andata negli uffici della Wildside a viale Mazzini».
Di sera?
«Alle due di pomeriggio».
E chi c’era ad aspettarla?
«Due addette al casting».
E il regista?
«L’ho visto una settimana dopo, stavolta nel suo ufficio-loft di San Lorenzo».
Il famoso loft. Sola?
«No. Mi ha accompagnato il mio ragazzo Ludovico. E c’erano altre quattro persone, tra cui l’aiuto regista. Eravamo seduti intorno al tavolo e Fausto mi spiegava com’era il film. Io lo ascoltavo stupita, dubbiosa, non avevo capito che mi aveva già presa. Guarda che Tamara sei tu, mi ha detto e io non ci potevo credere. Più felice di me c’era solo Ludovico che è un fan scatenato di De Sica».
E l’ha vista la Jacuzzi di cui parlano le presunte molestate?
«Boh sì, era in fondo, coperta da un materassino, sembrava un grosso puff o un divanetto, non avevo capito che sotto ci fosse una vasca».
Ci è tornata altre volte.
«Sì, alla prima lettura del copione, sempre con il mio ragazzo, che per passare il tempo sfogliava il libro di Brizzi Ho sposato una vegana e rideva».
E alla seconda lettura?
«Eravamo io e Fausto da soli».
Come si è comportato con lei?
«Benissimo. Abbiamo provato le scene e discusso dei dettagli».
Ha fatto o detto qualcosa di sconveniente?
«No, è sempre stato professionale, non mi ha mai mancato di rispetto, anzi mi ha fatto un discorsetto serio: non accontentarti, Federica, e ricordati che nel cinema l’unica cosa che non dovrai saper fare alla perfezione è soltanto volare. E infatti mi sono messa a studiare dizione, danza e canto, che sono parecchio stonata».
E sul set?
«Per due mesi siamo stati una grande famiglia. Appena c’era una pausa io e Lucia Ocone mangiavamo tutto il cibo di scena e Fausto mi prendeva in giro: ma sei venuta qui solo per abbuffarti gratis?»
Come si riconosce un’audizione seria da una trappola?
«I provini non si fanno a casa del regista e non è lui che ti telefona, ovvio. Ci si affida a un’agenzia, la mia è la Black & White, che prende contatto con il direttore del casting e ti fissa un appuntamento, a cui di solito ci sono anche i tecnici delle riprese e una spalla per le battute. Quando ero più piccola mi portavano i miei genitori».
Tutti corretti, con quello che si sente è fortunata, a quanto pare.
«Un regista mi invitò a prendere un caffè. Non ho accettato. Se vuoi vedere come recito, parla con il mio agente».
Le accusatrici di Brizzi dicono che cambiava faccia, che gli venivano gli occhi rossi da pazzo.
«Io non li ho visti».
Se le avesse messo una mano addosso gli avrebbe dato un ceffone?
«Un ceffone forse no, ma è chiaro che me ne sarei andata. Non prendo scorciatoie nella vita».
Lo ha chiamato in questi giorni?
«Non gli ho telefonato. Non credo che sia colpevole, però mai dire mai. E comunque da questa storia voglio restare fuori».