Corriere della Sera, 13 novembre 2017
L’offshore dei Legionari di Cristo. «Riconosciamo i nostri peccati»
ROMA «Abbiamo riconosciuto in passato i peccati di padre Maciel (gli abusi sessuali sui seminaristi ndr ), lo facciamo oggi per le società offshore create sempre da lui nei paradisi fiscali...». A parlare così è Chiara Lucifero, dell’ufficio stampa dei Legionari di Cristo in Italia, dopo le rivelazioni dei Paradise papers. Si tratta di due società, «The Society for Better Education» e la «International Volunteer Services», istituite a Bermuda nel ’92 e ’95 dal fondatore della potente congregazione cattolica, il messicano Marcial Maciel Degollado, morto nel 2008 dopo aver lasciato il sacerdozio per ordine di papa Ratzinger. Una cassaforte segreta per custodire i cospicui ricavi (oltre 300 milioni di dollari l’anno) provenienti da scuole, collegi e università, con in tutto quasi 160 mila studenti formati da 900 sacerdoti (i «Legionari») nel mondo, tra Italia, Usa, Spagna, Messico e altri Paesi. «Ma le due società sono state già chiuse, la prima nel 2006, l’altra nel 2013», precisa il portavoce dell’ufficio internazionale L.C., padre Aaron Smith.
«E non mi risulta – aggiunge Chiara Lucifero – che all’epoca abbiano operato. O almeno l’hanno fatto molto poco; i soldi probabilmente venivano usati per il sostentamento e le assicurazioni del personale consacrato. Oggi, comunque, la Legione di Cristo non ha più società offshore e osserva tutte le disposizioni legali e fiscali dei Paesi che la ospitano. Dal 2014, sotto la guida del cardinal De Paolis, il Capitolo generale, organo supremo della Congregazione, ha cambiato rotta nel segno della trasparenza. Molte proprietà sono state vendute per ripianare i debiti; scuole e seminari sono stati chiusi per mancanza di liquidità e siamo impegnati a risanare i bilanci che, purtroppo, segnano ancora un rosso di diversi milioni di dollari».