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 2017  novembre 13 Lunedì calendario

Intervista a Licia Colò: «Sono un po’ campagnola. Docile? Se m’incazzo divento terribile»

Piumino colorato, pantaloni da montagna. Pullover, anche lui colorato, e scarpe da trekking: Licia Colò si presenta in un bar di Roma con un perfetto abbigliamento da montagna, senza trucco (“lo detesto, mi fa sentire sporca”); il viso impreziosito da un sorriso gentile, atteggiamenti eterei, quasi celestiali, concetti diretti, a volte inaspettati: “Cosa temo di me? L’ira. Io mi incazzo”.
Un po’ come la descriveva la Cortellesi nella sua imitazione…
Mi piaceva tanto, mi dispiace solo che l’ha tenuta poco.
La dipingeva un po’ scema…
Sì, e con le trecce. Poi battevo le mani, parlavo come una ragazzina idiota; all’improvviso diventavo feroce.
Come nella realtà…
Non è male apparire docili, ma risultare determinati.
Come una donna pratica di campagna…
Ma io ho solo un giardino, devastato da due capre: mangiano tutto.
Niente fiori.
Devastati anche loro.
Entrano in casa.
Per colpa di mio marito, io eviterei.
Sono intelligenti.
Intelligentissime; Sgarbi non capisce nulla.
Si fanno coccolare
Grattini a raffica.
Capre a parte, lei cosa pensa dello scandalo Weinstein?
Mai capitato nulla, e la questione del mai me la sono posta già da ragazza, ben prima di questa ondata.
Perché da ragazza?
Con le mie amiche andavo a scuola in autobus, e molte di loro si lamentavano di palpeggiamenti, mentre a me non è mai accaduto.
Risposta all’interrogativo?
Non lo so, un po’ di fortuna e un po’ di atteggiamento.
Austera.
L’unica volta e non vi dico il nome, un conduttore di Mediaset mi chiamò nel suo studio e mi disse: “Qui dentro si parla di te, e ci domandiamo se ti piace fare l’amore”.
E lei?
Premesso: avevo appena 22 anni. Però tranquilla, lo guardo e rispondo: “Non te lo so dire, non l’ho mai fatto”. Non era ovviamente vero, ma lui pietrificato, utilizzai pure una vocina innocente.
Come quella della Cortellesi…
Ma lei ci ha colto! So bene quello che voglio dalla vita.
Da sempre?
Forse perché desidero poco.
Lei non ha ottenuto poco…
Dipende da ciò che ha realmente valore. Mio padre diceva… (Silenzio) Aspetti, meglio precisare subito: non sono figlia di Zeno Colò.
Le è stato detto spesso?
Un continuo. Mio padre è stato un pilota di aerei.
Che tipo è?
Persona straordinaria e particolare: le cose le dice una volta sola, poi sono affari tuoi. In un paio di casi ho pensato volesse eliminarmi.
Esagerata.
No, davvero. A 14 anni ero alla stazione di Torino, diretti in montagna. Ci fermiamo per una colazione, a un certo punto mi fa: “Andiamo, sta per partire il treno”. Io continuo a mangiare. Dopo poco mi giro e vedo i vagoni muoversi, e la sua sedia vuota. Corro come una pazza e salgo con il mezzo in corsa. Senza fiato lo cerco, e lo trovo seduto: “Ah, sei riuscita a salire?”.
Lezione di vita estrema.
Non avevo soldi, cellulare, nulla.
Ha manifestato il suo disappunto?
Io? Mai. Con loro non era previsto, non ho mai neanche detto “uffa”.
Educazione impegnativa…
Con i miei il rapporto era ed è molto deciso, ruoli ben definiti, poche lagne e via così.
Tornerebbe a vent’anni?
Subito, anche con le pezze al culo. L’energia, la forza, le prospettive. L’incoscienza.
A vent’anni aveva coscienza del mezzo televisivo?
Sì, ma non mi ha mai particolarmente emozionato, non sto attenta a certi rituali.
Non le piacevano i primi accenni di fama?
Per niente, mi interessavano i soldi alla fine del mese.
Quindi non amava essere riconosciuta?
Peggio. Una rottura. Però resta un indice per verificare il tuo ruolo all’interno di un contesto; mi piace solo quando c’è un attestato di stima legato ai miei programmi.
Ha messo in conto il giorno in cui non sarà fermata per un autografo o selfie?
Ci penso da quando ho vent’anni: il mio primo contratto è stato di un mese, poi rinnovato per un altro mese e così via. Ogni volta chiamavo mia madre: “Tra pochi giorni torno a casa”.
Soffre di stress?
Per una donna dello spettacolo il passare degli anni è molto peggio: la gente ti giudica per l’aspetto esteriore, quando l’intelligenza la puoi coltivare per sempre, mentre con l’aspetto fisico devi evitare battaglie impossibili.
Le colleghe come si rapportano con lei…
Poco o niente, non ho grandi rapporti. Sono un po’ una campagnola.
Non è molto gossippata.
Solo sull’età dei miei compagni di vita (l’attuale marito ha undici anni di meno).
È riuscita a diventare vegetariana?
Sono ancora impura, non ho una vita organizzata, magari in futuro ci riuscirò.
Lei ha iniziato con Berlusconi…
Mi ricordo ancora di una sua festa ad Arcore, io imbarazzata, non sapevo cosa indossare, tanto da riciclare un vecchio abito in seta di mia nonna. Mi sentivo un brutto anatroccolo…
E poi?
Chiama su un palco i protagonisti della serata; quando tocca a me stavo morendo, tremavo. Salgo. E dico: “Sono solo all’inizio farò di tutto per migliorarmi”. Gelo in sala. Neanche un applauso. All’improvviso Silvio inizia ad applaudire e tutti appresso.
Neanche lui l’ha mai invitata a cena?
Mai. Non c’è niente da fare, sono respingente.
Su Tv2000 ha una trasmissione sempre legata all’ambiente…
È il mio campo e non mollo nonostante l’addio alla Rai… All’inizio, nel 1989, mi prendevano in giro, mi davano della fissata.
Vota per la Brambilla?
No. Lei è utile per le battaglie animaliste, ma non può esistere un partito dedicato, dovrebbe essere un tema d’interesse generale.
C’è stato anche il partito dei Verdi.
Una volta l’ho votato.
Si è mai fatta uno spinello?
Mai. Sono pure astemia. L’unico vizio è la Coca Cola, e poi sono un po’ irosa.
Schiaffi?
Parecchi (ci riflette). E me ne pento: sono pericolosa, devo essere lasciata libera.

Twitter: @A_Ferrucci