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 2017  novembre 12 Domenica calendario

Zona franca nel porto di Cagliari. Dopo anni di attesa potrebbe diventare realtà nei primi mesi del 2018

«La luce fuori dal tunnel comincia a vedersi dopo circa vent’anni di burocrazia». Dove il tunnel è rappresentato dall’iter procedurale mentre la luce è la zona franca nel porto di Cagliari. Un’opportunità per lo sviluppo e la crescita portuale del principale scalo sardo che «grazie alla zona franca potrà diventare un punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo». A tracciare un bilancio della strada percorsa sino a oggi auspicando «l’istituzione entro il 2018» è Massimo Deiana, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna. «C’erano dei problemi e rallentamenti nell’abito della procedura – spiega – quindi ho deciso di avviare una serie di incontri per trovare una soluzione».
La prossima settimana, a sentire Deiana, dovrebbe essere risolta la questione autorizzativa. «Poi – aggiunge – la palla passa al Cacip (il consorzio che gestisce l’intera area e promotore del progetto) che ha i soldi e il progetto. Penso che potremmo dare il via nei primi mesi del prossimo anno». Un percorso che dovrebbe chiudere un iter avviato nel 1998 «quando è stata prevista la zona franca» e proseguito nel 2001 «con la perimetrazione dell’area», uno spazio di sei ettari nel porto canale di Cagliari. «Una volta ottenuto l’ultimo benestare si potrà procedere con le opere che interesseranno il primo ettaro – argomenta Deiana – per poi estendersi. Un’occasione per rendere competitivo a livello internazionale lo scalo sardo, perché la zona franca e la possibilità di effettuare gli scambi estero su estero senza dazi aggiuntivi è quel qualcosa in più che permette al sistema portuale di crescere».
L’intera area sarà protetta da un sofisticato impianto di video sorveglianza e, come fanno sapere dal Cacip «verrà gestita dalla società consortile». Il progetto prevede la realizzazione di una viabilità di collegamento dalla banchina di levante alla zona franca e alla circonvallazione periportuale fino alla Strada Statale 195. «Nella prima fase saranno urbanizzati (strade, luce, fogne, acqua) 6 ettari, con l’obiettivo di replicare le opere su altri 30 ettari qualora se ne ravvisasse la necessità – proseguono dal Cacip -. È prevista anche la realizzazione di due edifici dotati delle più moderne tecnologie di risparmio energetico e autosufficienti dal punto di vista ambientale». Gli edifici ospiteranno l’autorità doganale, l’autorità sanitaria, i presidi per la sicurezza e gli uffici del soggetto gestore, la zona sarà collegata tramite la fibra ottica.