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 2017  novembre 12 Domenica calendario

Il piano per Leonardo: consorzio nella Difesa grazie a Fincantieri


L’ipotesi non è delle più gradite negli ambienti militari italiani. Ma dopo la debacle in Borsa di venerdì scorso, con il titolo che ha perso 1,6 miliardi di capitalizzazione, si tratta di una strada che appare obbligata. Perché il rilancio del gruppo Leonardo, società controllata dal Tesoro, tra i leader europei nei settori Spazio e Difesa, potrebbe passare per una nuova alleanza sull’asse Italia-Francia. E si incrocia con l’altra partita tra colossi di stato che ha visto Fincantieri prendere il controllo dell’azienda bretone Stx, dopo un braccio di ferro con il governo di Parigi.Secondo ricostruzioni attendibili, tra cancellerie se ne è già parlato. Nelle trattative per il passaggio dei cantieri francesi sotto l’egida italiana, oggetto di discussione è stato anche Leonardo. E nell’ottica della costruzione di grandi gruppi industriali europei, sarebbe possibile un accordo per cui, così come il business della cantieristica dopo la fusione con Stx verrà guidato da Fincantieri, allo stesso modo si potrebbe lavorare per un consorzio sui sistemi di Difesa e Sicurezza a guida francese. Dove il colosso Thales farebbe da capocordata.Il primo banco di prova è stato ufficializzato venerdì con l’annuncio della partecipazione congiunta alla gara bandita dalla Royal Canadian Navy, la Marina Militare canadese: per quindici nuove fregate è disposta a pagare 47 miliardi di dollari. Una commessa ingente che vedrà Fincantieri e i francesi di Naval Group alleate con un prodotto innovativo, un’evoluzione delle fregate Fremm costruite per i due Paesi, a maggiore spinta tecnologica e con una sistemistica ancor più sofisticata. E qui Leonardo si appresta a giocare un ruolo tutt’altro che secondario. Secondo gli accordi in via di definizione, lafornitura della componente sistemistica ai “prime contractor” Fincantieri e Naval Group sarà offerta alla pari da Thales, azionista di Naval Group, e da Leonardo. Il rafforzamento dell’alleanza Italia-Francia in campo militare avrebbe così un’ulteriore conferma. Gli esempi in cui i due Paesi sono già operativi insieme non mancano. È il caso dei satelliti. Se nella parte civile, Telespazio, gli italiani sono in maggioranza, proprio con Leonardo, con una quota del 67% (Thales ha il 33%), per la parte militare, Thales Alenia Space, sono i francesi a essere in maggioranza, 67% contro il 33% di Leonardo. Poi c’è la realizzazione del drone europeo, denominato Male 2025: in questo caso, l’Occar, l’Organizzazione continentale per la cooperazione in materia di armamenti ha affidato il prototipo a Leonardo, Airbus e ai francesi di Dassault. E proprio sui droni il soccorso di Leonardo a un’azienda storica ma in gravissima crisi finanziaria, Piaggio Aerospace, potrebbe essere decisivo. Il gruppo ligure che fa capo al fondo degli Emirati Arabi Mubadala rischia di portare nei prossimi giorni i libri in tribunale. L’alternativa è individuare alleanze in grado di rilanciare i business produttivi, quello civile, per cui si è già fatta avanti una società italiana rappresentante di interessi cinesi, e quello militare, che potrebbe finire nell’orbita di Leonardo, che con Piaggio collabora già da tempo.