Libero, 9 novembre 2017
Quando gli animali lo fanno strano. Lo scimpanzé fa orge, l’oca stupra e l’elefante marino uccide la femmina dopo il sesso
Ma quale Weinstein. Un giorno magari inquisiranno anche la mantide religiosa, che divora il maschio dopo l’amplesso: molti pensano che sia un’eccezione, uno scherzo della natura, un caso strano in uno sterminato mondo animale dove la regolarità e la monogamia siano perlopiù la regola. Magari lo pensano anche in questi giorni di scandali, di potere per avere sesso, di sesso per avere potere, di promiscuità, tutta roba pensano che abbiamo inventato noi con la nostra degenerazione cerebrale, perché non siamo più signora mia il buon selvaggio o buon animale che eravamo. Beh, non sapete quanto si sbagliano. Chissà che farebbero se sapessero che un animale come l’elefante marino, per dire, tende a sfondare il cranio alla femmina mentre copula. Chissà se sapessero, in generale, delle orge, degli stupri, delle scappatelle con specie diverse. Ma sono solo animali, dite? Beh, biologicamente lo siamo anche noi: dei primati vertebrati della famiglia homidae. E gli animali più vicini a noi sono notoriamente i bonobo, degli scimpanzé, bestie che fanno un’attività sessuale non stop aperta a tutti, praticamente un’orgia continua.
L’ETOLOGA
Jane Goodall, la celebre etologa che ha vissuto quarant’anni coi bonobo, studiò una femmina di bonobo e verificò che in otto giorni aveva scopato ottantaquattro volte con sette maschi diversi. Niente a che vedere coi gorilla (i cui maschi, lo scriviamo per i maniaci, hanno un sesso piccolissimo) che hanno l’harem come gli sceicchi. E attorno all’harem, detenuto dal più forte, ciondolano i maschi meno dotati sperando che le femmine si facciano una scappatella. Parliamo con studi alla mano, e tutti piuttosto aggiornati: c’è molto più sesso extra coniugale di quanto gli studiosi avessero pensato, perché il dna della prole non lascia più dubbi. Ogni tanto gli innamorati e i moralisti straparlano di animali monogami, ma sempre secondo gli studi più aggiornati sono monogame dodici specie su circa quattromila, il tre per cento dei mammiferi. E il dieci, quindici per cento dei primati. Sono monogami qualche scimmia americana, i pipistrelli, i coyote, le volpi, alcuni ratti, alcune specie di lontre e un tipo di foca: che non è la foca monaca. Ci sarebbe anche una ragione biologica: avere più figli da più femmine perché la competizione premia gli spermatozoi migliori, oltre ad avere, le femmine, più benefici personali da soggetti diversi: tipo cibo e protezione.
C’è ancora chi crede che i colombi e le oche siano monogame: ma gli studi più recenti, basati sull’impronta genetica dei nascituri, ha fatto scoprire dei veri e propri troiai. Nei nidi è difficile trovare due uova che appartengano allo stesso uccello. E qui mettetevi a sedere, perché oche e anatre hanno semmai il primato degli stupri: intesi come maschi che piombano su una femmina e la costringono a copulare, accoppiata o meno che sia, con lei che lotta spasmodicamente e cerca di scacciarli. Qualcuno pensa ancora che siano solo gli umani a stuprare: ma non è vero, con l’aggravante che il maschio accoppiato spesso si accoda agli altri. I peggiori sono i germani e in generale i vari tipi di anatra sono quelli che stuprano di più: il cinquanta per cento delle loro copule sono degli stupri. Pensa se lo scoprisse Repubblica.
Ma forse si limiterebbe a scrivere che noi umani non siamo bestie (primo errore) e che la nostra superiorità si vede anche dalla monogamia (secondo errore) che evidentemente è un punto d’arrivo. Pochi, infatti, sanno che tutti gli etologi e gli antropologi sono d’accorso almeno su una cosa: non pensano affatto che l’uomo sia monogamo. Pensano che la società (la nostra) abbia fatto una scelta culturale e non naturale. Non ci sono solo i musulmani: in altre società o tribù ci sono mariti che hanno tre o quattro mogli e vanno con una alla volta sinché ricomincia il giro. Tutti involuti, selvaggi?
LO STUDIO
Lo studio più famoso ha esaminato 185 società umane e ne sono risultate monogame solo 29, meno del 16 per cento. Ma questo sulla carta: perché di fatto, nell’83 per cento dei casi, ai maschi, era comunque concesso di avere relazioni multiple. Un altro studio, più recente, ha esaminato 238 diverse società umane e ha concluso che solo in 43 casi la monogamia era accettata come unica soluzione. E gli altri che fanno? Prevale la poliginia, cioè un maschio con molte femmine, ma c’è anche la più rara poliandria, cioè una femmina con tanti maschi. È gente che ragiona in un altro modo. Nell’Himalaya c’è una tribù dove un marito ha diritto di incazzarsi solo se la moglie lo tradisce davanti a lui. Non stiamo scherzando. La poliginia è normale in tutte le tribù indiane delle due Americhe, oltreché, al solito, nei gruppi arabi e africani. Il quaranta per cento delle società umane consente i rapporti extraconiugali in condizioni particolari: durante certe festività, o con determinata gente, tipo i fratelli o le sorelle (del coniuge).
Metà del mondo punisce i tradimenti se sono fuori dal matrimonio, ma per il resto è un carnevale. Spesso è una cosa quasi da scambisti: è permesso avere amplessi con la moglie dell’altro e viceversa. In certe tribù indiane, se si vuol rendere onore all’ospite, gli si offre di dormire con la propria moglie, ma spesso si offre direttamente lei. Poi ci sono cose assurde. Tra Zorca del Venezuela, una moglie adultera non viene punita a patto che il marito ammazzi l’amante. Gli eskimo (o eschimesi, o aleut) in caso di corna sfidano gli amanti in una gara pubblica di canzoni. Sul serio. La gelosia resta un sentimento umano e quindi animale: basti pensare ai cani e ai gatti coi loro padroni, ai montoni, o caproni, quelli che si tirano cornate sulle Montagne rocciose. Insomma, la fissa della monogamia è una cosa relativamente recente: persino nel Vecchio Testamento è pieno di uomini che avevano più di una moglie. Nell’antica India se un uomo sposato andava con una prostituta, o con una schiava, non era neanche considerato tradimento, e accadeva anche nella Roma imperiale. Oggi è pieno di psicologi e analisti e terapeuti e moralisti che vedono nella voglia di tradire solo delle nevrosi, dei disturbi della personalità, dei narcisismi, delle carenze affettive infantili: ma, tutto sommato, è più normale un tizio che in quarant’anni abbia tradito qualche volta la moglie piuttosto di uno che non l’abbia tradita mai.
GLI UOMINI E LE DONNE
Poi c’è il luogo comune secondo il quale gli uomini sono meno selettivi e le donne più caute: ma l’unica cosa vera è che gli uomini si vantano delle loro imprese molto più di quanto facciano le donne. Siamo monogami per modo di dire. Il dodici per cento delle donne dice uno studio di tre anni fa è già infedele durante il primo anno di matrimonio, e dopo dieci anni la percentuale sale al trentotto. Una ricerca inglese invece ha dimostrato che colui che era considerato il padre genico, nelle famiglie, lo era il novantaquattro per cento delle volte: significa che sei bambini su cento erano figli di un padre diverso da quello che li aveva cresciuti. Questo discorso, lo ammettiamo, suona paradossale: ma non c’è un solo dato falso tra quelli che abbiamo elencato. Compreso uno che forse è il più interessante di tutti: che il sesso, nella vita degli animali non umani, ha una posizione nettamente inferiore rispetto alla sopravvivenza quotidiana, alla cura e pulizia reciproca, al dormire insieme, in generale allo stare insieme. Solo per noi il sesso è così ossessivamente centrale: agli animali, quando non sono in periodo fertile, del sesso non gliene frega niente. Per noi invece è una specie di malattia. Non parliamo d’altro. Non scriviamo d’altro. E per niente altro fingiamo di scandalizzarci così tanto.