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 2017  novembre 09 Giovedì calendario

I business degli Spada dalle estorsioni alla droga. «Sono come i mafiosi»

ROMA Estorsioni, intimidazioni, botte e droga. Il clan degli Spada detta legge sul mare di Roma. L’ultima condanna con l’aggravante mafiosa è di ottobre. Il tribunale infligge 56 anni di carcere a 7 sodali accusati di gestire il racket delle case popolari come spietati mammasantissima, a suon di minacce e pestaggi. Pistolettate e violenza sono il linguaggio di famiglia che si declina tra gambizzazioni (a Massimo Cardoni, ottobre 2015) e uccisioni. Il 7 novembre del 2011 in via Forni, a Nuova Ostia, feudo del clan imparentato con in Casamonica, vengono freddati Giovanni Galleone Baficchio e Franco Antonini Sorcanera, dopo qualche ora in cielo esplodono fuochi d’artificio: vox populi dice che è il clan che festeggia. Nelle carte dell’inchiesta compare anche il nome di Carmine Spada, Romoletto, considerato il boss, già condannato in primo grado a 10 anni di reclusione per avere taglieggiato un commerciante, sempre con l’aggravante del metodo mafioso. È lui che ha raccolto l’eredità di Vincenzo ed Enrico, detto Pelè, i capostipiti che al Lido approdarono alla fine degli anni 70 dall’Abruzzo, nomadi sinti, vecchi cavallari. 
I CINQUE STELLE
Roberto Spada è il fratello più piccolo di Romoletto. Martedì si è scagliato con violenza contro la troupe Rai che voleva intervistarlo sull’endorsement dato a Casapound via Facebook a due giorni dal voto del 5 novembre nel X Municipio commissariato per mafia. Proprio lui che ai microfoni di Radio Cusano Campus in piena campagna elettorale per il Campidoglio, nel 2016, non nascose la sua simpatia per i Cinque stelle ironizzando su un altro post apparso su Facebook in cui prospettava una sua candidatura. «Mi piacerebbe candidarmi qui a Ostia, non credo che il M5S sia disposto a propormi. Ma finora è l’unico partito che ha dimostrato di essere pulito», disse. Oggi lo scenario è cambiato. E Casapound a Nuova Ostia ha incassato il 18% dei consensi. Roberto Spada gestiva con la compagna una palestra di danza frequentata dai giovani del quartiere allestita abusivamente in via Forni in uno spazio del Comune di Roma, poi sgomberata nel 2015. Oggi ha preso in mano la palestra di pugilato in via Ruta su cui è in corso un’indagine della polizia giudiziaria, su delega della Procura, per verificarne i titoli. Gravato da precedenti di polizia per furto, ricettazione, rapina ed estorsione, il suo nome viene citato nelle informative dell’operazione antidroga Critical a proposito di un agguato che si sarebbe dovuto compiere a Ostia: «Un grave fatto di sangue» che gli Spada stavano progettando. Una vendetta per uno sgarro subito. L’azione era stata approvata da Ro, «identificabile con Roberto Spada», scrive il gip nell’ordinanza. Spada però non è stato, al momento, coinvolto nell’inchiesta. Le statue dei leoni sui portali delle loro abitazioni (case comunali) sono la cifra di famiglia. Che di strada, all’ombra delle grandi famiglie impiantate a Ostia dalla Sicilia che fanno affari d’oro col narcotraffico, tra funerali in carrozza e prestiti usurai, ne hanno fatta tanta. Almeno assolvendo al lavoro sporco.