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 2017  novembre 09 Giovedì calendario

Modena trapianto con le staminali, nuova epidermide sull’80 per cento del corpo. A 9 anni è rimasto bendato per 8 mesi, poi la rinascita

Vedere il piccolo Hassan prima e dopo gli interventi che gli hanno ricostruito la pelle sull’80% del corpo grazie ai tessuti ricreati con le cellule staminali epiteliali è impressionante: approdato due anni fa al centro ustioni dell’ospedale di Bochum, in Germania, con il corpo piagato dall’epidermolisi bollosa, non poteva muoversi dal letto per il dolore, tenuto a bada dai farmaci e dal coma farmacologico, oggi gioca a pallone col padre in giardino. L’epidermide nuova è stata realizzata in quattro mesi di lavoro al Centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari dell’Università di Modena e Reggio Emilia in collaborazione con lo spin-off universitario Holostem, dopo che l’ospedale tedesco, che aveva dato il bambino per spacciato, ha deciso di tentare la carta della struttura modenese, già nota per aver reso possibili i trapianti di tessuti corneali ottenuti con le staminali. Un’operazione senza precedenti al mondo, oggetto anche di un articolo sulla rivista

Nature, questa sul «bambino farfalla», come vengono chiamati i piccoli colpiti da epidermolisi, una malattia genetica che rende la loro pelle fragile come le ali dell’insetto.

Il professor Michele De Luca, direttore del centro, parte dall’inizio: «Da trent’anni usiamo per le ustioni i lembi di epidermide coltivati, ma la storia di questo bambino è spettacolare. Eravamo stati contattati dall’ospedale di Bochum per un uso compassionevole delle nostre conoscenze, e oggi il bambino è completamente ricoperto da pelle nuova». Il piccolo e la sua famiglia provengono dalla Siria, da dove sono fuggiti in Germania. Nell’autunno 2015 il ricovero e la consapevolezza dei medici che c’era poco o niente da fare per salvarlo. Il padre racconta che il figlio, allora di 7 anni: «Aveva dolori fortissimi, mi chiedeva perché aveva quella malattia, che cosa aveva fatto di male, e perché non poteva giocare a pallone».
Dopo che i medici di Bochum si sono rivolti al centro di De Luca è stato effettuato il primo intervento chirurgico di applicazione della pelle ricostruita a Modena, su estremità e fianchi del bambino, avvolti da bende. «Il buon esito dell’operazione ha spinto a continuare il percorso e l’intervento successivo ha portato al trapianto dell’epidermide su tutta la schiena», spiegano il chirurgo plastico Tobias Hirsch e il prof Rothoeft: «Dopo poche settimane le condizioni cliniche del paziente erano significativamente migliorate, dopo 8 mesi siamo riusciti a dimetterlo». Per ricostruire il tessuto è stata utilizzata la versione sana del gene Lamb3, prelevata dalle poche parti intatte della pelle. Oggi Hassan «si sente una persona normale, per noi è come un sogno», dice il padre. L’impresa apre spiragli su future applicazioni nel trapianto di staminali, di cui il Centro ha già avviato trial clinici, come per la patologia che affligge i bambini sprovvisti di uretra o il trattamento di forme di cecità totale, mentre il pensiero corre già alla ricostruzione in laboratorio di qualsiasi organo. Qualche anno fa sembrava fantascienza.