Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  novembre 09 Giovedì calendario

Diritto & Rovescio

La Stalingrado d’Italia stava alle porte di Milano: Sesto S. Giovanni, città operaia che regalava al Pci percentuali bulgare di voti. Recentemente però le destre hanno preso municipio e la palma di città più comunista d’Italia è scesa giù per lo Stivale, fermandosi a Sesto Fiorentino ma la quasi identità del toponimo non c’entra. Qui il comune è a guida Sinistra Italiana-Mdp, dopo che i consiglieri Pd bersaniani abbatterono, due anni fa, la sindaca troppo renziana. Cosa ha fatto questa Sesto per raccogliere la rossa bandiera dell’altra? Da quando s’è insediata la giunta, il comune non partecipa al bando regionale per le famiglie, circa 200, coi figli nelle scuole paritarie materne della zona, tutte cattoliche, per ottenere un contributo alla retta da 30 a 100 euro al mese. Furore ideologico, pensano molti. Ufficialmente è solo per «l’eccessivo e difficile impegno da sostenere in termini di personale e procedure». A Sesto, insomma, la rivoluzione russa.