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 2017  novembre 08 Mercoledì calendario

Vecchi azionisti di Vicenza e Veneto: 10 mila in fila per i rimborsi

ROMA Un paio di certezze emergono in tutta evidenza. Le audizioni della Commissione di inchiesta sulle banche proseguono, ma dai lavori risulta che i risparmiatori coinvolti dal crac degli istituti veneti dovranno aspettare anni per ricevere quel poco che verrà loro rimborsato. A dirlo in audizione ai senatori e ai deputati della commissione, presieduta da Pier Ferdinando Casini, è uno dei liquidatori di Banca Popolare di Vicenza. Secondo Giustino di Cecco i tempi per ottenere i rimborsi «non sono certamente di qualche mese, ma forse di qualche anno. Al momento abbiamo ricevuto 6.200 domande di ammissione al passivo (altre 4 mila riguardano Veneto Banca, ndr)». Di Cecco aggiunge un ulteriore dato, spiegando che i primi 100 grandi debitori della Popolare di Vicenza costituiscono «il 21% delle sofferenze, pari a 1,2 miliardi di euro».
E qui emerge la seconda certezza proprio per bocca di Casini che precisa la natura del «carattere segreto» degli elenchi dei grandi debitori insolventi delle banche venete. La lista di imprenditori e soggetti affidati e finiti in morosità di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca è, insomma per ora top secret, sebbene la lista sia stata trasmessa a Casini. Nel corso delle tre ore di audizione a intervenire è anche l’ex ad di Mps, Fabrizio Viola, in veste di commissario liquidatore di entrambe le banche venete. Il quadro tratteggiato da Viola è riassumibile nel fatto che per Veneto Banca «la struttura dell’attivo è tale che più dell’80-85% è costituito da crediti deteriorati». Ne consegue che il rimborso del passivo «dipenderà dalla recuperabilità dei crediti deteriorati». La situazione di Popolare di Vicenza presenta, peraltro, «numeri simili». Viola ricorda un paio di ulteriori questioni. Le operazioni in corso per la vendita degli asset dei due istituti (tra gli altri Farbanca, Claris Factor e Claris Leasing) e, in secondo luogo, che l’obiettivo dei commissari è rimborsare «il debito generato (circa 5,3 miliardi di euro, ndr) con lo Stato con la cessione della good bank a Intesa». Domani tocca di nuovo a Bankitalia e Consob per una seconda audizione dopo quella dei giorni scorsi.