Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  novembre 07 Martedì calendario

Il poeta contro banche e usura diventato un simbolo della destra

La Casa che a lungo gli fu negata in vita, recluso come fu in un campo di prigionia e in un manicomio, e poi negata nella cittadella delle lettere, escluso dai grandi del ’900 solo perché bollato come «fascista», gli viene restituita ora, tardivamente, nel mondo della politica. Dopo l’affermazione di CasaPound alle elezioni di Ostia, lo spirito e il pensiero di Ezra Pound paiono rivivere, confermando quanto le sue intuizioni fossero profetiche. 
Si pensi al tema della lotta all’usura su cui CasaPound è da tempo in prima linea. In molti suoi testi, da Abc dell’economia a Lavoro e usura, Pound aveva considerato l’usura la dittatura più pericolosa del ’900, tanto da parlare di una vera e propria Usurocrazia; nonché il maggiore nemico degli Stati e dei cittadini, costretti per colpa di quella a indebitarsi. Il problema, secondo Pound, nasceva dal fatto che, per via dell’usura, il denaro smette di essere un mezzo di scambio e diventa una merce. Da accumulare e sulla quale lucrare. Principali responsabili di questa deriva erano le banche, che lui non esitava a definire «associazioni a delinquere». Da queste intuizioni traggono linfa oggi le proposte di CasaPound di un congelamento del debito pubblico italiano, in mano a banche estere e fondi sovrani, e dell’istituzione di un mutuo sociale, con cui superare le banche grazie a un sistema di sostegno pubblico che consenta di comprare casa a prezzi calmierati, senza interessi e more. Tutelando così, anziché i diritti delle Banche, il Diritto di ciascuno alla Casa. 
E come non cogliere l’attualità di Ezra Pound nel suo modello di una Banca Centrale nazionalizzata, che potesse essere controllata dai cittadini nel suo operato, e a sua volta controllare il proprio credito e l’intero sistema creditizio (esercitando quell’attività di sorveglianza di cui oggi Visco dice invece di non potersi avvalere). Figurarsi poi se il poeta americano potesse sopportare l’esistenza di una Banca Centrale Europea, vista la sua profonda avversione a ogni istituzione straniera non controllabile. 
Tema che si ricollega a quello della sovranità monetaria, altro cavallo di battaglia di CasaPound. Su quel punto Ezra esprimeva posizioni nette, pensando a uno Stato padrone del proprio denaro, capace di emetterlo al fine di investirlo in spesa pubblica stesso, perché dopo 100 mesi secondo l’intellettuale il denaro in circolazione avrebbe dovuto perdere il suo valore. Si sarebbero così evitati gli accumuli improduttivi delle banche che potevano usare il denaro per tenere sotto scacco gli Stati. 
Perfino sullo stop alla libera circolazione delle merci prodotte con concorrenza sleale, Pound era stato lungimirante, criticando il liberismo selvaggio, che depauperava le merci e penalizzava sia i produttori che i consumatori interni. Da qui la sua preferenza per le scelte protezionistiche dell’Italia degli anni ’30, con la sua tutela dei prodotti della terra, che facevano la ricchezza del Paese. 
Ci aveva visto lungo, Ezra. Non fu profeta in patria e neppure nel suo tempo. Ma ora la Storia comincia a dargli ragione.