il Fatto Quotidiano, 8 novembre 2017
Terapie e pallottole: quei pomeriggi di giorni da cani. Studi scientifici rivelano: l’anomalia è nella diffusione delle armi, non tanto nella salute mentale
Dopo il massacro nella chiesa battista di Sutherland Springs in Texas, che domenica scorsa ha fatto 26 vittime, il presidente americano Donald Trump – che nel febbraio scorso ha cancellato la legge per il controllo del possesso delle armi firmata da Obama – ha affermato: “È l’opera di uno squilibrato, il problema non sono le armi”. Ha fatto intendere che non esiste una correlazione fra numero di armi in possesso degli americani e omicidi di massa, un fenomeno che annovera la strage di Orlando (2006, 49 vittime) e quella di Sandy Hook (2012, 26 morti).
Quante armi circolano negli Usa? Il numero è stato stimato in 310 milioni di unità (fonte: Rapporto 2009 del National Institute of Justice, Usa) su una popolazione di 325.272.200. Ci sono 89 armi per 100 persone, più che in Yemen (55%), Svizzera (46%) e Finlandia (45%) (fonte: Small Arms Survey 2007). Per spiegare un numero così alto, si deve considerare come circa il 60% dei possessori di armi negli Usa, secondo uno studio dell’istituto Pew Research Center (giugno 2017), ha fra 2 e 5 o più armi a disposizione.
Tante o poche rispetto al resto del mondo? Tante. La popolazione americana, che rappresenta circa il 4,5% di quella mondiale, possiede tuttavia oltre il 40% di tutte le armi in circolazione sulla terra. Secondo fonti citate da Cnn, il numero delle armi possedute dai civili in Usa equivarrebbe a poco meno della metà (48%) del totale, ovvero 65 milioni di armi da fuoco. Si tratta di una stima risalente ormai a circa 10 anni fa e secondo il centro di ricerche svizzero Small Arms Survey, il numero dei civili armati è cresciuto da allora, mentre il commercio continua a proliferare.
Esiste una correlazione tra numero di armi e alto numero di omicidi di massa? Sì. Tra il 1966 e il 2012, il 31% delle stragi con armi da fuoco nel mondo è stato condotto da cittadini americani. Lo rivela uno studio del 2015 del criminologo Adam Lankford, professore all’università dell’Alabama, citato dal New York Times. Sempre secondo lo studio del professor Lankford, che prende in esame Paesi con più di 10 milioni di abitanti, solo lo Yemen ha un tasso maggiore di omicidi di massa per persona rispetto agli Usa. In termini assoluti, invece, fino al 2012 gli Usa avevano visto 90 stragi per arma da fuoco, seguiti da Filippine (18), Russia (15), Yemen (11) e Francia (10).
C’è un nesso certo tra instabilità mentale e omicidi di massa? No. Secondo uno studio scientifico del 2015 citato dal New York Times il numero dei morti per arma da fuoco attribuibile a ragioni di disordine psichico ammonta a non oltre il 4%. Dunque, se si volesse mettere in relazione il numero di stragi al disagio mentale, si dovrebbe dedurre che tra gli americani esiste un tasso di psicosi maggiore che in ogni altra parte del pianeta: ma, dati alla mano, così non è. Nel saggio Crime is not the Problem (1999) e a più riprese successivamente, gli studiosi di Berkley Franklin Zimring e Gordon Hawkins evidenziano come l’anomalia Usa non sia nei tassi di criminalità, simili a quelli del resto del mondo, ma in quelli di diffusione delle armi.