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 2017  novembre 08 Mercoledì calendario

Di cosa si parla a Parigi. Il baratto del tempo

Nostalgia del baratto. Quando al mercato del paese per una madia si offriva una pecora. L’economia capitalista non permette più lo scambio tra i privati. Non sarebbe vantaggioso. Scatenerebbe diffidenza. Se non possiamo barattare oggetti, allora scambiamoci la cosa più immateriale e importante che c’è: il tempo. A Pantin, popolosa e multiculturale periferia Nord, il 20 ottobre è nata la “Banca del Tempo”.
Partendo dal principio che ogni essere umano sappia fare qualcosa e che possa condividerlo, la Banca del Tempo mette in comunicazione i bisogni degli uni con le risorse degli altri. Un’ora del proprio tempo offerto equivale a un’ora di tempo altrui da utilizzare. In pratica: Rachida si iscrive gratuitamente alla Banca del Tempo ( www. labanquedetemps. com) e comunica il tipo di servizio che può offrire. Riceve tre crediti, ovvero tre ore di servizi scambiati. Rachida è sarta, e cerca un’ora di lavori domestici, un’ora di lezione d’inglese e un’ora di idraulica. Darà via i suoi tre crediti da sarta e otterrà le tre ore di servizi dei quali ha bisogno. Conoscerà quindi tre persone, dividerà la sua casa e il suo tempo con loro. Senza mai parlare di denaro. Tutto gratis. Fosse il time sharing l’unico baratto possibile del ventunesimo secolo?